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Autoctoni Docg Offida: Pecorino o Passerina?

21 Settembre 2015 Jessica Bordoni
Con oltre 4 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, il Rosso Piceno è la prima Doc rossa delle Marche, mentre l'Offida rappresenta la prima Docg regionale con 1 milione e 400 mila bottiglie. Oggi, però, la viticoltura del Piceno si distingue finalmente anche per la sua qualità. E anche per autoctoni ormai noti, come Pecorino e Passerina. Questo grazie a un attento lavoro di squadra messo a punto dalle 35 Cantine che aderiscono al Consorzio di tutela, capeggiato dalla presidente Angela Velenosi e dal direttore Armando Falcioni (in foto).

La riscoperta degli autoctoni

«Nell'ultimo decennio», spiega Angela Velenosi, «abbiamo deciso di cambiare rotta, concentrandoci sui nostri vitigni autoctoni - soprattutto il Pecorino, la Passerina e il Montepulciano - e adottando disciplinari molto rigorosi per dar vita a vini di grande carattere, capaci di esprimere autenticamente il territorio». A partire dall'annata 2011, alle Doc Falerio e Rosso Piceno (anche e soprattutto in versione Superiore) si è aggiunta la Docg Offida, che prende nome dall'omonima cittadina ascolana, centro nevralgico di produzione e sede dell'Enoteca Regionale. Strutturato Offida Rosso Il disciplinare dell'Offida prevede tre tipologie. L'Offida Rosso è un vino fermo a base Montepulciano. Nel blend si possono aggiungere fino al 15% di altre varietà a bacca rossa non aromatiche e la tendenza dei produttori è quella di introdurre il Cabernet Sauvignon. Viene immesso sul mercato dopo 24 mesi di maturazione, di cui un anno in legno e 3 mesi in bottiglia.

L'Offida Passerina. Floreale e fruttata

Sul versante dei bianchi, invece, ci sono l'Offida Passerina e l'Offida Pecorino, molto apprezzati anche in versione spumantizzata. «Le Marche», precisa il direttore Falcioni, «sono l'unica regione in cui questi due vitigni figurano all'interno di una Docg. Le rese entro i 90 quintali per ettaro garantiscono etichette di assoluta eccellenza, permettendo alle uve di esprimere al meglio le loro caratteristiche varietali». In particolare la Passerina si rivela un bianco moderno, dai delicati profumi floreali e fruttati (ananas, pompelmo, mela verde, pera, fiori di sambuco in prevalenza) e con una spiccata sapidità.

L'Offida Pecorino è il fiore all'occhiello

Il Pecorino presenta, invece, una struttura più importante, capace di stupire sia nell'immediato, sia dopo un invecchiamento in bottiglia. Al naso offre sentori agrumati di pompelmo, limone, a cui seguono note di pesca, fiori d'arancio e erba appena tagliata. «L'Offida Pecorino Docg è il nostro fiore all'occhiello», sintentizza la presidente Velenosi, «motivo di orgoglio e soddisfazione per tutti coloro che, a partire dagli anni Novanta, si sono impegnati per il recupero di questo antico vitigno, da sempre presente nel Piceno ma a lungo relegato alla zona premontana a causa della sua poca redditività». Biologico e cultura dell'accoglienza «Nel Piceno è in atto un profondo rinnovamento dell'imprenditoria vinicola», conclude il direttore Falcioni. «Tra le scelte più lungimiranti c'è quella di aderire ai protocolli di agricoltura biologica. Oggi un terzo delle Cantine associate - 35 se si considerano i marchi, ma 500 se si tiene conto delle tre realtà cooperative e dei loro soci conferitori - produce vini certificati bio. Sono anni di forte sviluppo anche per la cosiddetta "cultura dell'accoglienza", con visite in cantina e la promozione del turismo eno-gastronomico, che qui da noi può contare su su eccellenze culinarie del calibro delle olive alla Ascolana, dei maccheronicini di Campofilone, del brodetto di pesce alla Sambenedettese, e l'elenco è ancora molto lungo...». Prossimamente sul sito di Civiltà del bere saranno pubblicate le tasting notes - schede di degustazione - dei vini Offida Docg e Rosso Piceno Doc assaggiati presso l'Enoteca Regionale di Offida.

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