Un tempo la regione del Lazio era legata a produzioni di quantità piuttosto che di qualità. Oggi Fabio Turchetti ci presenta un quadro mutato, con le punte d’eccellenza del Frascati e del Cesanese. Così come stanno prendendo piede gli autoctoni Bellone, Grechetto e Aleatico.
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Un habitat viticolo senza eguali, ma con troppe approssimazioni fra vigna e cantina, e un capoluogo, Roma, che rimane la metropoli che consuma più vino al mondo. Questi gli annessi e connessi, legati più alla quantità che alla qualità, che caratterizzavano principalmente il Lazio d’un tempo.
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