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Argea, il futuro del vino italiano nel mondo secondo Botter-Mondodelvino

6 Ottobre 2022 Matteo Forlì
Argea, il futuro del vino italiano nel mondo secondo Botter-Mondodelvino

Nuovo nome e nuovo assetto per il polo del vino. Argea è una holding con la regia del fondo Clessidra, che mira a ricavi di 550 milioni nel 2025. L’ad Romani: «Innovazione, accessibilità e sostenibilità parole chiave per competere sui mercati internazionali».

Investimenti per 50 milioni di euro, impegno dichiarato nella direzione delle energie rinnovabili e materiali alternativi al vetro e un’importante operazione di rebranding. Argea (crasi di “arte”, inteso come saper far italiano, e “gea”, terra, per sottolineare il legame col territorio) è la nuova identità del sodalizio BotterMondodelvino, primo gruppo privato italiano alle spalle delle grandi cooperative con ricavi consolidati per 420 milioni di euro nel 2021. La neonata holding, battezzata nell’evento di presentazione il 29 settembre a Palazzo Bovara a Milano, è una partecipata in maggioranza dal fondo private equity Clessidra, con un’importante quota (40%) della famiglia Botter e una presenza (2%) della famiglia Martini. Insieme con il nuovo nome promette sforzi e innovazioni verso i mercati esteri dove “far incontrare la tradizione enologica italiana coi trend e i gusti dei consumatori internazionali”.

Obiettivo 550 milioni di fatturato nel 2025

Accessibilità è una delle parole chiavi del progetto Argea. Un concetto che si declina nel «posizionamento con prodotti di qualità ma alla portata di tutti i consumatori nel mondo e nella capillarità della rete vendita», spiega Massimo Romani, ad di Argea. Con sei siti produttivi sul territorio nazionale (tra Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia), oltre 500 collaboratori e un fatturato per il 95% generato dall’export, il nuovo polo stima ricavi per 440 milioni nel 2022. Ma mira ad alzare l’asticella a «550 milioni nel 2025, passando da 170 milioni di bottiglie prodotte a 220 milioni».

Complementarietà nelle nuove partnership

Seguendo la stella polare della complementarietà commerciale, che ha portato al sodalizio di due realtà molto diverse come Botter (riferimento per le tre “p”, Prosecco, Primitivo e Pinot grigio) e Mondodelvino (rossi e bollicine piemontesi e vini romagnoli e siciliani), Argea mira a nuove partnership nel prossimo futuro. Si propone come un «acceleratore dimensionale per nuove realtà che vogliano sposare la piattaforma. Queste verranno selezionate in una logica di integrazione e ampliamento della gamma. Intendiamo attrarre e aggregare eccellenze italiane per competere a livello globale e insieme valorizzare l’ecosistema del vino italiano».

Nel nome della sostenibilità

In un momento storico di particolare criticità energetica, cui si sommano i fardelli dell’inflazione e scarsità delle materie prime, Argea pone l’accento sulla sostenibilità e sulla transizione ecologica della filiera come asset centrali del suo piano di sviluppo. Il rispetto dei rating di Esg (Environmental, Social and Governance) «riassume le nostre ambizioni di essere sostenibili, attenti all’ambiente e a un corretto utilizzo delle risorse. La ricerca di diversi formati, a partire dal bag-in-box, e nuovi materiali, attualmente in fase di sperimentazione e alternativi al vetro, sono un’imperativo specialmente in un contesto di crisi come quello attuale.
La promozione di politiche di flessibilità sul lavoro, smartworking, welfare, inclusione e parità di genere sono obiettivi precisi che ci siamo fissati per il 2023. E i risultati, monitorati da organismi certificatori, verranno raccolti in report annuali. Tutto questo si tradurrà in un piano di investimenti per 50 milioni di euro», conclude l’amministratore delegato di Argea

On-trade e digital le nuove sfide

Nord America ed Europa centrale, oggi con un fatturato complessivo di 210 milioni di euro, «continueranno a essere i mercati di riferimento. In queste aree prevediamo tassi di crescita vicini al 20% nei prossimi anni. Inoltre, nonostante la complicazione della situazione in Cina negli ultimi due anni, riteniamo che anche il Far East possa rappresentare un’opportunità strategica per il futuro». La dimensione off-trade, da sempre la più importante del gruppo, resta l’orizzonte di riferimento.
«Il nuovo piano industriale però mira anche a una crescita nell’horeca;sia con l’utilizzo di brand già in portafoglio, sia con l’implementazione di personale di vendita qualificato e che conosca le regole del canale. Investimenti su competenze mirate serviranno anche per il segmento e-commerce; oggi vale appena l’1% del fatturato complessivo, cioè 5 milioni, ma che riteniamo possa arrivare a 30 milioni nel medio termine» afferma Romani.

Foto di apertura: Massimo Romani (ad di Argea) ed Enrico Gobino (responsabile marketing e comunicazione di Argea)

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