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Annate storiche: Damiano Ciolli, qui dove la terra è bruna

28 Settembre 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (18): Lazio Siamo a Olevano Romano, nel sud-est della provincia di Roma, in un territorio caratterizzato da un andamento tra il collinare e il montagnoso, in un contesto pedoclimatico ad alta vocazione vitivinicola, zona nota per la produzione dell’omonimo Cesanese. Qui nel 2001 Damiano Ciolli comincia la propria attività enoica, forte delle quattro generazioni di viticoltori che ha alle proprie spalle. Damiano è un patron a tutto tondo, che segue personalmente la filiera produttiva di un’azienda che conta solo 6 ettari vitati, con vigne tutte di proprietà, ubicate in alta collina a un’altitudine di 450 metri slm, esposte a sud, su suoli rosso scuri di natura vulcanica. Tutte condizioni ideali per la produzione del Cesanese di Olevano Romano. SCOMMETTERE SULLA LONGEVITÀ - «La nostra filosofia produttiva segue un’etica ben precisa: per noi infatti il rispetto dell’ambiente e delle tradizioni sono un punto fermo. Noi crediamo che un buon vino nasca in vigna e pertanto ci impegniamo a preservare l’ecosistema agricolo», spiega Damiano Ciolli, che ha scelto di puntare su nettari di lungo corso. «Malgrado il Cesanese si vinificasse per produrre vinelli frizzanti d’annata, noi abbiamo scommesso sulla possibilità di ottenere da questa varietà un prodotto longevo, capace di evolvere, facendo un salto di qualità grazie a una gestione più razionale della vigna e del vitigno: siamo convinti che questo possa migliorare la qualità dell’uva e, di conseguenza, anche del vino». IL CIRSIUM - Il patron è certo che «la conservazione di vecchi millesimi sia per ora solo uno strumento di analisi delle capacità evolutive dei nostri vini e solo quando ne sapremo di più, parte dello storico potrà essere messo a listino. Ogni annata è per noi un tassello che aggiungiamo alla continua sperimentazione vitivinicola, uno studio ulteriore sulle nostre potenzialità». L’etichetta di punta è il Cirsium, a proposito della quale racconta: «Nei nostri vini cerchiamo l’eleganza, più che la concentrazione. Pertanto preferiamo i millesimi freschi a quelli molto caldi e siccitosi. Al momento riteniamo perfetto il 2001, frutto di un’annata di assoluta eccellenza; a seguire il 2006, oggi molto armonico, fresco di acidità, con note floreali e di frutta matura espressive del carattere del Cesanese».

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