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Angiolino Maule festeggia 30 vendemmie

29 Novembre 2018 Civiltà del bere
Angiolino Maule soffia trenta candeline. Trenta vendemmie a La Biancara, la sua azienda agricola, la sua famiglia, la sua vita. A lui va riconosciuto il ruolo di protagonista nella nascita e divulgazione del movimento dei cosiddetti "vini naturali" in Italia.
È nato a Gambellara nella zona di confine tra la provincia di Vicenza, poco lontano da Soave, in una terra di grande vocazione ma tenuta sotto scacco da colossi del vino che privilegiavano la quantità alla qualità. Angiolino è stato, ed è ancora, una persona ambiziosa, di quelle che non si accontentano mai, esigentissimo prima di tutto con se stesso. Da ragazzo inizia un’attività di pizzaiolo, con l’idea di fare la pizza migliore di tutti, andando a ricercare le farine più pregiate e utilizzando il lievito madre che da sempre ha visto utilizzare in casa per la produzione del pane.    

Il precursore della pizza gourmet

Siamo agli inizi degli anni ottanta, una pizza così non era nella testa di nessuno, ma nella sua sì, doveva distinguersi: e così è stato. Arriva però il momento in cui decide di cambiare direzione, e la pizzeria viene affidata al suo giovane cognato, fratello della moglie Rosa Maria. Un ragazzo di nome Simone Padoan, colui che poi avrebbe dato origine in Italia al concetto di pizza gourmet nella sua pizzeria I Tigli a San Bonifacio.    

L'incontro con Gravner

Angiolino a quel punto inizia a produrre vino, anzi continua l’attività del padre, ma non vuole adeguarsi a ciò che vede attorno a lui. Sente raccontare di un vignaiolo sul confine sloveno che inizia a produrre vino in modo diverso da tutti. Un certo Josko Gravner, un altro rivoluzionario del vino, che sembra avere idee che si distaccano dal concetto omologato di enologia praticata in quegli anni. Prende la macchina e si dirige verso il Friuli a Oslavia, diventano amici, lavorano assieme, discutono, si confrontano, litigano.    

I magnifici 5 alla ricerca dell'identità

A Josko e Angiolino presto si unirà anche Nico Bensa dell’Azienda Agricola La Castellada e successivamente Stanislao Radikon, sempre ad Oslavia, e poi ancora Dario Princic. Questi produttori ebbero la geniale intuizione e sensibilità di capire che era ora di fare un passo indietro. Capirono che si era andati oltre, e i vini che bevevano, anche i loro, avevano perso identità rimanendo intrappolati in protocolli enologici eccessivamente invasivi.    

La strada per tornare al vino vero è tutta in salita

Inizia così la gara a “togliere”. Prima le filtrazioni, poi i controlli di temperatura, poi i lieviti selezionati e via via fino a ridurre a zero anche la presenza di anidride solforosa. Sperimentazioni pagate a caro prezzo da parte dei pochi appassionati di allora: i vini spesso presentavano difetti evidenti, riduzioni e acidità volatili oltre il limite. Ma si intravedeva in quella follia, la possibilità di ritornare ad un vino autentico, quello di un tempo, quello che si era perso.    

La rottura del sodalizio...

Il percorso dura qualche anno, alla passione si uniscono anche le discrepanze. Angiolino non ha un carattere facile, come tutte le persone di carattere, per qui ad un certo punto si arriva alla rottura definitiva. Maule decide di intraprendere un percorso tutto suo basato sulla sua idea di vino.    

...e la nascita di VinNatur

Con pochi amici e qualche familiare fonda l’associazione VinNatur con la quale conduce la sua battaglia più coraggiosa con un autoregolamento molto restrittivo per gli associati che bandisce la chimica di sintesi in campagna e in cantina evita l’uso dei lieviti selezionati o di attivanti di fermentazione, filtrazioni, stabilizzanti e l’utilizzo di elementi esogeni che non fossero contenuti già nell’uva e nel suo succo, pena l’allontanamento dall’associazione.    

Un compleanno importante

Una sfida importante che ha portato il suo pensiero a essere riconosciuto e rispettato anche da chi per anni lo aveva giudicato come un folle. Oggi, lo scenario è cambiato, a trent’anni di distanza è il momento dei festeggiamenti. Trenta vendemmie, di fatica, lotte, e grandi soddisfazioni. Attorno a lui e la moglie Rosa Maria, a festeggiare la sua rivoluzione, la sua bella famiglia, gli amici di sempre, quelli che fin dai primi momenti erano con lui, lo hanno sostenuto, incoraggiato. Tra le mura della cantina sul Monte Sorio a Gambellara con la colonna sonora del chitarrista Jazz Ruggero Robin.    

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