Degustazioni

Andriano e Terlano, due facce della medaglia

30 Maggio 2021 Alessandro Torcoli
Andriano e Terlano, due facce della medaglia

Abbiamo assaggiato in parallelo due bianchi di Cantina Andriano e due di Cantina Terlano, unite nella gestione ma dal carattere molto differente. Quest’angolo di Alto Adige si conferma una miniera d’oro per Pinot bianco, Chardonnay e Sauvignon.

“L’aria di Andriano e il fuoco di Terlano”, due elementi contrapposti solo in apparenza. Così sintetizziamo l’esperienza di assaggio guidata da Rudi Kofler, enologo, e Klaus Gasser, direttore commerciale, delle due realtà altoatesine. Una, Terlano, è da lungo tempo sinonimo di bianchi straordinariamente longevi ed eleganti. L’altra, Andriano, in cammino per affermarsi con vini profumati e gentili, di tutto rispetto.


Terlano è più soleggiata ed esposta a sud

Differenze sotto lo stesso cielo

L’essenza delle due realtà è stata così descritta: «Vi è una differenza abissale tra il terreno porfirico vulcanico di Terlano in confronto con la dolomia e l’argilla di Andriano. L’Adige taglia nettamente le due zone. Ad Andriano il sole arriva presto la mattina e vi resta fino alle 16.30, poiché dietro c’è il monte Ganz che ombreggia; la zona è caratterizzata da un clima più freddo e terreni più fertili. Qui si riscontra più azoto nel mosto, che incide sull’intensità dei profumi. La vendemmia inizia 10 giorni dopo. Terlano, invece, è esposta a sud ed è più soleggiata. Le due posizioni incidono molto sulla stilistica dei vini». Un laboratorio incredibile sotto il cielo dolomitico per chi, come la realtà di Andriano e Terlano – due piccole cooperative unite nella gestione tecnica – ha fatto del bianco d’eccellenza una missione. Di seguito i vini assaggiati che parlano meglio di tutto di queste intime differenze.


I terreni di Cantina Terlano (nella foto) sono porfirici di origine vulcanica, mentre quelli di Cantina Andriano sono ricchi di argilla calcarea e di dolomia

Le 4 etichette degustate


La freschezza di Doran e l’equilibrio di Andrius a confronto con l’essenza di Terlaner I e il caleidoscopico Rarity

Andriano – Doran, Alto Adige Chardonnay Riserva Doc 2018

Ovvero sulla freschezza, con un tocco fumé. Un grande vino, ampio e deciso al palato, con tanta grazia. Affina completamente in tonneau per un anno, dove svolge anche la malolattica, riposa ancora qualche mese prima dell’imbottigliamento. Questa è la terza edizione. Di estrazione borgognotta, minerale con abbondanza di frutto e tocco speziato, verticale con tensione e freschezza. Profumo di melone, mela rossa, lime e salvia. Al palato è caldo, ma con un frutto teso, piacevolmente erbaceo (timo fresco, menta). Da vigne vecchie a 600 metri d’altitudine, se ne producono 5.000 bottiglie.


Andriano – Andrius, Alto Adige Sauvignon blanc Doc 2019

Da vigne che insistono totalmente sul piccolo comune di Andriano, prodotto da 7 anni (prima annata 2011). Fermenta in acciaio e matura per un 30% in botti grandi. Ha profumo aromatico e intenso, con erbaceo deciso, salvia, uva spina, timo fresco, e poi agrumi (pompelmo), tocco floreale (sambuco). Complesso e denso. Al palato è fresco, minerale, notevole concentrazione e gradevolissimo finale. Grande equilibrio in bocca con sapidità, eleganza, buona persistenza.


Terlano – Terlaner I, Grande Cuvée Alto Adige Doc 2018

Siamo di fronte all’essenza, così descritta da Kofler. «Eravamo alla ricerca di una sintesi perfetta, espressione dell’anima più pura della Cantina. Un vino che rappresentasse pienamente la nostra secolare tradizione, che riunisse in sé l’eccellenza dei nostri migliori vitigni e dei cru più pregiai». Quest’annata è composta per il 70% di Pinot bianco, 27% Chardonnay, 3% Sauvignon. Fermenta lentamente in botti di rovere grandi (12 ettolitri), svolge la malolattica e si affina per 12 mesi sulle fecce fini in legni tradizionali. Profumo complesso, con agrumi, pepe, erbe aromatiche e nota fumé. Al palato è elegante, setoso, con una struttura imponente. Persistenza eccezionale; 3.000 bottiglie prodotte.


Terlano – Rarity, Alto Adige Doc 2008

Le Rarità di Terlano sono bottiglie speciali di bianchi maturati per almeno 10 anni sui lieviti fini all’interno di cisterne d’acciaio in pressione. Il cosiddetto “metodo Stocker” dal nome dello storico enologo cantiniere di Terlano. «Ciò che più affascina di questi vini è la freschezza della loro giovinezza», dice Rudi Kofler, «un elemento che rende questo Pinot bianco oltremodo avvincente, nonostante la sua veneranda età. È un vino che si presta alla perfezione per maturare a lungo in bottiglia».

Tra due annate solari come la 2007 e la 2009, si interpone questa 2008, fresca e piovosa, meno osannata agli inizi, ma dopo un paio di anni se n’è capito il potenziale. Blend di Pinot bianco all’85%, Chardonnay 10% e Sauvignon blanc 5%. Il bouquet aromatico di Rarity è sempre caleidoscopico: si va dalla frutta essiccata (albicocche) alle erbe aromatiche e fiori (camomilla, ortica) per proseguire con la crosta di pane e la pietra focaia. In bocca, morbido e potente, fresco e vigoroso, ripropone al gusto la carrellata olfattiva con finale prima cremoso poi affilato. Eccezionale persistenza.

Foto di apertura: a Andriano il sole cala verso le 16.30 per la presenza del monte Ganz che ombreggia

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