L'altro bere

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Amore amaro, riscopriamo un classico italiano

3 Dicembre 2020 Anita Franzon
Amore amaro, riscopriamo un classico italiano

Gli italiani hanno una lunga tradizione nella produzione di amaro. Questo liquore non è solo un ottimo corroborante e digestivo, ma è perfetto come ingrediente nei cocktail o da bere caldo con la scorza di agrume.

Lindsay Matteson, una delle bar-manager statunitensi con più esperienza nel mondo degli amari, afferma: «Avere un amaro nel bar di casa è come un’arma segreta: un tocco per rendere immediatamente speciale qualsiasi cocktail».

Gli amari italiani

Progettati per lenire lo stomaco e aiutare l’umore, secondo l’esperta l’Italia è indubbiamente protagonista tra gli amari che si trovano in tutto il mondo: a cominciare dal Vecchio Amaro del Capo, macerato con 29 fiori, erbe, frutti e radici del sud Italia e tanto versatile da adattarsi bene a tutti i tipi di cocktail, dal Gin Sour al Manhattan. E se l’Amaro Nardini risulta ottimo per la digestione dopo un grande pasto italiano grazie alla nota di menta che aiuta a calmare lo stomaco, l’Amaro Sfumato Antica Erboristeria Cappelletti a base di rabarbaro si distingue per le amare sfumature di erbe alpine tra le note fruttate; non può mancare, infine, l’Amaro dell’Erborista Varnelli prodotto con erbe, radici e cortecce dei Monti Sibillini (Imbibe Magazine).

È iniziata la stagione dell’Amaro caldo

Così come si usa nelle campagne italiane, un amaro locale con acqua calda è il miglior corroborante che si possa chiedere. Su Punch, l’autore Brad Thomas Parsons afferma: «Ricco di erbe e spezie essiccate, scorze di agrumi e aromi botanici addolciti con zucchero o miele, ogni amaro assomiglia a una miscela di tè personalizzata e l’aumento della temperatura crea un effetto simile al tè caldo». Gli amari dell’Italia alpina, per esempio, «sono dotati di un profilo di spezie che ricorda i profumi del bosco e gli accoglienti chalet di montagna […] e quando aggiungi l’acqua calda, gli elementi botanici diventano più aromatici. Non hai bisogno di mettere il naso nel bicchiere per annusarli perché gli aromi ti vengono incontro», conclude Parsons.

Foto di Punch

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