Il liquore principe della zuppa inglese nasce nel capoluogo toscano nel XVIII secolo. La nota erboristeria, un tempo dei frati domenicani, oggi mantiene materie prime e ricette originali con tecnologie all’avanguardia
Una zuppa inglese come si deve ha il pan di Spagna inzuppato in una bagna di Alkermes, facilmente riconoscibile dal rosso brillante tra i vari strati, lo stesso che caratterizza il colore delle pesche dolci alla toscana, dessert italiano molto noto nella regione e nelle Marche. Quando fra’ Cosimo Bucelli scrive la ricetta dell’Alkermes corre l’anno 1743. È probabile che il liquore fosse già conosciuto, ma a lui va il merito di avere codificato materie prime e tecnica di produzione. A quei tempi questi superalcolici avevano funzione di medicinale e l’Alkermes, a base di cannella, chiodi di garofano e noce moscata, era anche corroborante, per questo è più dolce di altri.
La produzione fiorentina ieri e oggi
Fra’ Cosimo si occupava dell’erboristeria dell’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, ospitata nella basilica fiorentina in cui i frati domenicani, arrivati nel XIII secolo, iniziarono a coltivare orti e a produrre farmaci per loro stessi. Solo nel 1612 l’attività dei frati si apre al pubblico e amplia la sua offerta di profumi. Dopo la metà del 1800, con la confisca da parte dello Stato dei beni della Chiesa, l’Officina è condotta dalla famiglia Stefani, parenti dell’ultimo frate direttore. Attualmente l’Officina ha due comproprietari, Diana Stefani e il presidente Eugenio Alphandery (nella foto), ingegnere, entrato nello staff nel 1989. Quest’ultimo ha addirittura creato macchinari su misura e ha avuto la costanza di mantenere tutta la produzione, ottenuta da materie prime naturali, all’interno dell’azienda.
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