Michele Moio è morto ieri a 91 anni. Salutiamo uno dei protagonisti del vino campano di qualità, padre moderno del Falerno del Massico. Oggi alle 15.30 i funerali a Mondragone.
Con la morte di Michele Moio se ne va un pezzo di storia dell’enologia italiana. La famiglia Moio entra nel mondo del vino tra Ottocento e Novecento, prima a Marano di Napoli, poi a Mondragone, in provincia di Caserta. Ma è nel secondo dopoguerra che Michele Moio dà la spinta decisiva alla Cantina di famiglia, fondata dal padre Luigi, riproponendo in chiave moderna un vino amato fin dall’antica Roma: il Falerno del Massico.
Un’etichetta emblematica per il Falerno
Il suo Moio 57, Falerno Primitivo amatissimo a Napoli e in Campania, ha fatto la storia della denominazione (e delle Cantine Moio). Il Falerno da uve Primitivo (minimo 85%) è una delle tre tipologie attualmente previste dalla Doc, accanto al Falerno del Massico Bianco (Falanghina minimo 85%) e Rosso (Aglianico minimo 60%, Piedirosso massimo 40%).
Sulle orme del padre Michele
L’eredità di Michele si tramanda nelle nuove generazioni della famiglia, a partire dal figlio Luigi Moio, produttore vinicolo dell’azienda Quintodecimo, professore ordinario di Enologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II e vicepresidente dell’Oiv – Organisation Internationale de la vigne et du vin dallo scorso aprile. A lui, insieme ai fratelli Bruno e Rosa e al resto della famiglia Moio, vanno le nostre condoglianze.
Foto: Mauro Fermariello