Il produttore si è spento a inizio febbraio all’età di 92 anni, dopo una vita al servizio della sua terra, prima con l’azienda di famiglia e dagli anni Novanta con Terredora Di Paolo, la Cantina fondata insieme alla moglie che oggi conta 180 ettari di vigneti.
Tra le persone lungimiranti che hanno saputo custodire e valorizzare il ricco patrimonio viticolo della Campania non dimenticheremo Walter Mastroberardino, imprenditore e innovatore che ha dedicato la sua vita all’Irpinia e ai suoi vini. Walter Mastroberardino si è spento a inizio febbraio all’età di 92 anni nella sua amata Montefusco, circondato dall’affetto dei figli Paolo e Daniela, delle nipoti e di tutti i familiari.
L’infanzia e l’ingresso nell’azienda di famiglia
Nato nel 1933, Walter era l’ultimo dei figli di Michele Mastroberardino, il quale, nei difficili anni del Novecento, fu tra i primi a credere nell’export del vino italiano. Alla morte del padre, Walter – allora appena dodicenne – sentì il forte desiderio di contribuire alla crescita dell’azienda di famiglia, in un’Italia ancora segnata dalle difficoltà del dopoguerra.
Con i suoi fratelli Angelo e Antonio, Walter è stato protagonista di quello che può essere definito un vero e proprio “miracolo” del vino irpino e campano in generale. La loro intuizione fu chiara fin da subito, nel valorizzare le varietà autoctone senza cedere al richiamo dei vitigni internazionali.
Dai viaggi all’estero alla fondazione di Terredora
A partire dagli anni Cinquanta, Walter percorse l’Italia in lungo e in largo, capendo prima di molti altri che per affermarsi era fondamentale puntare su piazze strategiche. Tra fiere, degustazioni, ristoranti ed enoteche, costruì un solido network di relazioni con altri grandi produttori.
Negli anni Settanta, assieme ai fratelli, investì sempre di più nei vigneti, concentrandosi sulle terre più vocate per Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi. Fu un periodo di grandi successi commerciali.
Negli anni Novanta, momento storico di grandi cambiamenti per il vino, con una scelta coraggiosa, Walter decise di intraprendere una nuova avventura familiare, fondando Terredora Di Paolo, un progetto che metteva al centro la vigna e il territorio. Con la moglie Dora Di Paolo e i figli Paolo, Lucio e Daniela, costruì un’azienda che oggi conta 180 ettari di vigneti.
Pioniere della Campania del vino
La sua figura ha lasciato un segno indelebile nel mondo del vino, non solo per i successi commerciali, ma per la sua integrità, la capacità di visione e la coerenza con cui ha sempre perseguito la sua idea di qualità. Roberto Di Meo, presidente di Assoenologi Campania, lo ricorda come “il pioniere della Campania del vino, che ha creduto e fatto crescere l’Irpinia e le sue varietà territoriali senza passare per l’internazionale”.
Walter Mastroberardino ha dimostrato con i fatti che la vera eredità da lasciare alle nuove generazioni è l’esempio. Con il suo lavoro ha contribuito a rendere l’Irpinia un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo internazionale, senza mai perdere di vista i valori della famiglia, del rispetto e della resilienza.
La sua storia ci insegna che il vino non è solo un prodotto, ma una narrazione di terra, passione e identità, da tramandare con orgoglio.
A tutta la famiglia Mastroberardino le più sentite condoglianze da parte della redazione e della direzione di Civiltà del bere.