All'improvviso, all'età di 52 anni, Francesco Arrigoni ha lasciato questo mondo e quel mondo dell'enogastronomia nel quale ormai si riconosceva poco. Le notizie che ci giungono parlano di un aneurisma che l'avrebbe colpito durante una passeggiata. In queste ore è giunta la conferma: Francesco se n'è andato.
Di scuola veronelliana, aveva collaborato con molte testate, delle quali la più importante fu il Corriere della Sera. Lo incontrai l'ultima volta alcuni mesi fa alla presentazione della Garzantina del Vino. Eravamo relatori allo stesso tavolo, con Allan Bay e l'autore del volume, Paolo Della Rosa. Anche in quella occasione aveva sfoderato la sua vis polemica. E ancora, ospiti insieme a Cortona, per Tenuta La Braccesca dei marchesi Antinori, mi raccontò della sua vigna ad alberello sulle coste dell'Adda, dove la provincia di Bergamo confina con il Lecchese. Un posto assurdo per un vigneto del genere, ma la sua attrazione per la terra, per la materia, era troppo forte per non inventarsi vignaiolo. Lo conoscevo poco, o per nulla. Dava però l'impressione di essere un animo inquieto, concreto, non un edonista né tanto meno un parolaio. Caratteri che gli rendevano difficile la convivenza con questa Enotria dove si parla di vino e cucina quasi solo per dare spettacolo.
Giungano alla famiglia le più sentite condoglianze di Civiltà del bere.