Francesca Colombini Cinelli è morta la notte del 30 dicembre a 91 anni. La sua è stata una vita spesa per l’azienda di famiglia, Fattoria dei Barbi, e per la promozione del territorio di Montalcino. Pubblichiamo qui un ricordo del nostro collaboratore Emanuele Pellucci.
Era la primavera del 1976 quando decisi di andare a Montalcino a conoscere un’altra delle più importanti realtà del Brunello, la Fattoria dei Barbi, dopo che già avevo incontrato altri produttori quali il conte Emilio Costanti e Franco Biondi Santi. Telefonai in fattoria chiedendo del proprietario, l’avvocato Giovanni Colombini. Chi rispose m’informò che l’avvocato era deceduto da alcuni mesi, aggiungendo tuttavia che ad occuparsi adesso dell’azienda era subentrata sua figlia Francesca.
Una donna di grande cultura e piena di passione
Ecco, quello fu il mio primo contatto con Francesca Colombini Cinelli, la “Signora del Brunello”, morta la scorsa notte a 91 anni dopo una vita spesa per continuare la secolare tradizione di famiglia legata a Montalcino. Un incontro per me estremamente fruttuoso non solo per conoscere le dinamiche dell’epoca della viticoltura locale. Ma anche, e forse soprattutto, per conoscere una persona di grande cultura; visionaria come si dice oggi, ricca di iniziative e di grande carisma che negli anni ha fatto conoscere e apprezzare il Brunello Barbi Colombini in giro per il mondo.
Gli anni Settanta rappresentano gli albori di quello che sarebbe poi diventato il boom del Brunello di Montalcino. Allora Francesca Colombini Cinelli era una delle poche donne in Italia a guidare un’azienda vinicola e prese a girare il mondo (talvolta anche grazie alle iniziative promozionali dell’Istituto Commercio Estero affidate a Civiltà del bere) con le sue bottiglie dall’inconfondibile etichetta viola. Ma non si occupava solo di vino perché la Fattoria dei Barbi, grazie all’intraprendenza imprenditoriale di suo padre Giovanni, era un’azienda che ricalcava la struttura produttiva delle vecchie fattorie toscane. Olio extravergine, salumi tra i più disparati e formaggi di grande qualità si affiancavano ai vini rossi straordinari, al secolare Vin Santo (le prime bottiglie custodite in cantina risalgono al 1870) e alla grappa di Brunello, forse la prima in assoluto a uscire sul mercato.
Francesca Colombini Cinelli con il padre Giovanni; foto di gruppo in cui si riconoscono Federico Fellini e Giulietta Masina; con il figlio Stefano; con Donatella e il sindaco di Montalcino Maurizio Buffi; alla festa per i 40 anni di Civiltà del bere, con il direttore Alessandro Torcoli e Teresa Severini di Lungarotti
La nascita del premio Barbi Colombini
Oltre alla grande passione per la terra e per i suoi prodotti, Francesca Colombini Cinelli aveva ereditato dal padre anche quella per la cultura, memore dei frequenti incontri letterari che l’avvocato Giovanni ospitava nella villa dei Podernovi circondata di vigne. Ed è così che nel 1981 Donna Francesca istituisce il Premio letterario e giornalistico Barbi Colombini, volto a valorizzare il territorio di Montalcino. Nei suoi diciotto anni di vita l’albo d’oro ha visto la presenza di grandi nomi della letteratura e del giornalismo internazionale contribuendo a far conoscere ulteriormente Montalcino e il Brunello nel mondo. Lei stessa, del resto, aveva una forte propensione letteraria, che ben espresse nel 2005 quando dette alle stampe il suo bel libro Il Vino fa le Gambe Belle, dove racconta sessant’anni di vita in una famiglia molto speciale.
Una famiglia molto speciale nella quale mi permetto di comprendere anche suo marito Fausto Cinelli, appartenente a un vecchio casato senese. Un uomo simpaticissimo con cui ho avuto spesso il piacere di conversare nel salotto della villa dei Podernovi. Due persone argute e brillanti dove il vino era solo uno degli argomenti di conversazione. E speciali sono anche i due figli, Donatella e Stefano. Negli anni hanno dimostrato di avere appreso gli insegnamenti di Casa Colombini Cinelli, aggiungendoci molto del loro nel valorizzare rispettivamente le fattorie del Casato Prime Donne e del Colle e, naturalmente, la Fattoria dei Barbi.
Signora del Brunello, di nome e di fatto
Il dinamismo di Francesca Colombini Cinelli l’ha portata a ricoprire importi incarichi nel settore. È stata accademica della Vite e del Vino, presidente della Vide (Viticoltori Italiani d’Eccellenza), unica donna titolare d’azienda a partecipare alla prima edizione della “Wine Experience” di New York, Gran Medaglia Cangrande della Scala, commendatore della Repubblica. E tanto altro ancora.
Non c’è dubbio perciò che con lei scompare una protagonista del vino italiano, oltre che del Brunello. Un’imprenditrice illuminata che ha saputo gestire un’azienda storica nel passaggio dal movimento pionieristico del vino di Montalcino al successo sui mercati internazionali. Ecco perché le spetta di diritto, e per sempre, il titolo di “Signora del Brunello”.
A Donatella e Stefano e a tutta la famiglia vanno le più sentite condoglianze della direzione e della redazione di Civiltà del bere.