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“Acid trip” con Tom Stevenson alla scoperta delle bollicine inglesi

16 Ottobre 2013 Civiltà del bere
«La crescita di un territorio avviene prendendo consapevolezza di ciò che succede nel mondo». Con queste parole Maurizio Zanella dà il benvenuto in Franciacorta a Tom Stevenson.  Uno dei massimi esperti di Metodo Classico ha presentato 10 tra i migliori English sparkling wines (Nyetimber 2009 Classic Cuvée, Nyetimber 2009 Tillington Single Vineyard, Plumpton NV The Dean Blush, Camel Valley 2011 Pinot Noir Rose, Ridgeview 2009 Victoria Rosé, Herbert Hall 2010, Henners 2009 Vintage, Hambledon 2010 Mill Down, Hambledon NV Première Cuvée e Hattingley 2010 Kings Cuvé) in una degustazione nuova e interessante organizzata da Franco Ziliani. Un’opportunità unica di testare bottiglie difficilmente reperibili, per la limitata produzione ma soprattutto perché poco distribuite fuori dalla Gran Bretagna. UN VINO PENSATO PER IL MERCATO UK - Tanti i produttori presenti del Consorzio Franciacorta, interessati a capire come una zona vinicola così giovane come quella del Metodo Classico inglese sia riuscita in poco tempo a raccogliere tanto consenso e successo. «Sono partiti con le idee chiare in termini di prodotto, posizionamento e soprattutto fascia di prezzo, che non scende sotto le 30 sterline, con l’obiettivo di offrire alla popolazione anglosassone, quindi principalmente per il consumo interno, una alternativa “sparkling” di qualità e di prezzo allo Champagne» spiega Stevenson. ACIDITÀ INNANZITUTTO - Tom ci ha condotto per questo "acid trip", come lo ha definito, aprendo con la canzone dei Beatles Lucy in the sky with Diamonds, in perfetto humor inglese. Stiamo parlando del sud-sudest dell’Inghilterra, di aziende i cui vigneti vanno dal Kent al Sussex fino in Cornovaglia. Altissima l’acidità dovuta ai terreni e al clima. Le migliori vigne si trovano sui terrei calcarei del South East, sulla stessa vena di craie che parte dalla Champagne, passa sotto Parigi, attraversa la Manica fino a riaffiorare proprio nelle White Cliff of Dover. I vitigni sono per il 45% Chardonnay, Pinot nero e Pinot Meunier. QUALCHE ETICHETTA NOTEVOLE - Degustiamo vini che hanno fatto tutti la fermentazione malolattica con in media 10 grammi a litro di zuccheri residui. Alcuni sorprendono per la lieve ma presente sensazione dolce. Ciò è in parte voluto per renderli bevibili smorzandone l’acidità, per sviluppare uno stile gradito al palato inglese ma soprattutto capace di maturare bene dopo la sboccatura. Spicca per potenza ed eleganza il Tillington Single vineyard 2009 dell’azienda Nyetimber, una tra le più estese con 160 ettari di proprietà, Pinot nero 80%. Interessanti anche i rosati, in particolare il Ridgeview Victoria Rosé 2009. LA CURIOSITÀ - Tra le tante domande, è stato chiesto se anche la famiglia reale inglese stia iniziando a produrre vino. La risposta è no, in compenso Camilla è stata nominata presidente della United Kingdom Vineyards Association!  

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