Quante anime ha il Recioto della Valpolicella Docg? E quale futuro si può ritagliare sul mercato? Ha risposto a queste due domande la Cantina Valpolicella Negrar, lo scorso venerdì, con una velata ma efficace provocazione: un'inedita degustazione a tutto pasto del particolare passito rosso veneto, spesso oscurato dalla fama oltreoceanica dell’Amarone. Viene da sorridere ripensando che il figlio, l’Amarone, sia balzato in primissimo piano rispetto al padre, il Recioto, a cui la denominazione fino al 1990 attribuiva un destino comune, unito dal nome, Recioto Amarone della Valpolicella. Eppure…
Sei modi per dire Recioto
I gusti cambiano, la storia ce lo insegna, ma questo vino storico - nato dalla rigorosa cernita delle ali dei grappoli (le recie) e realizzato con le stesse uve autoctone dell’Amarone (Corvina, Corvinone e Rondinella) appassite fino a 130 giorni - ha ben sei volti secondo la cantina cooperativa. «Oltre alla versione ferma del Recioto, Classico e Cruaffinatoin legno», ha spiegato l’enologo e direttore Daniele Accordini, «crediamo nel Recioto Spumante (unico Recioto ammesso dal Monopolio in Finlandia, nda) e nel Recioto Ammandorlato, entrambe tipologie rare in Valpolicella». In assaggio curiosità come il Recioto mosso rifermentato in bottiglia, che si imbottiglia con la luna di Pasqua e si beve in famiglia o il Recioto Palio, il primo che debutta nell’ambito della gara enologica al Palio annuale del Recioto. Tra le varietà da riscoprire il Recioto Spumante e Recioto Ammandorlato, che la Cantina Valpolicella Negrar è tra le poche a produrre.
Recioto a tutto pasto, si può
Ce lo vedreste un Recioto Spumante con polenta, lavarello e foglie di salvia in tempura? Probabilmente i nostri nonni ci avrebbero guardati in tralice, abituati come erano a sposarlo con dolci come le brasadele o la polenta e salame. Normalmente è considerato una bottiglia da dessert o, nelle sue versioni più mature, da meditazione, caratterizzato da note di lampone, susina e prugna sempre più consistenti e preziose con gli anni. Ma la cucina dello chef Mida Muzzolon di Tenuta San Martino a Legnago (venerdì in trasferta a Negrar) ha elaborato una serie di abbinamenti, dall’antipasto al sigaro, per svelare gli arcani di questo vino. Come il risotto al Recioto con anguilla fumé (incon Recioto Classico 2013), o il più classico pane, salame e culatello affinato in Recioto (con la versione mossa), o l'inconsueto guancette di porchetta da latte, patate alle mandorle e crumble alla zucca di Mirandola (con il Recioto Vigneti di Moron affinato in barrique). Un vino da riscoprire, per Accordini, e non una moda da rispolverare. Come non è un vezzo per la Cantina Valpolicella Negrar il progetto di valorizzare una quarantina di varietà storiche della Valpolicella nei Vigneti sperimentali di Jago.
L'export dà segnali positivi
Dalla degustazione passiamo ai numeri: «Produciamo 60.000 bottiglie di Recioto l’anno di cui il 72% è venduto in Italia, con il 50% in provincia di Verona, e il rimanente 28% commercializzato all’estero, in Svezia, Russia, Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Canada», ha concluso Accordini. Si capisce che fuori Italia il Recioto è poco conosciuto ma, precisa Accordini, i primi segnali sono molto positivi. Rimaniamo in attesa di sviluppi export per il “padre” dell’Amarone.