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A Natale con vini da tutto il mondo

7 Dicembre 2011 Andrea Gabbrielli
Proposte estere e italiane per bere “diverso” Quelle che vi suggeriamo in questo servizio non sono certamente le solite bottiglie che siamo abituati a stappare durante le feste. Si tratta di un’accurata selezione di prodotti facilmente reperibili, ma vinificati in luoghi esotici e spesso dalle nostre aziende che hanno deciso di investire in altri Paesi. Qualche chicca davvero introvabile da cercare quando si viaggia. Passare le feste assaggiando vini della Georgia o della Palestina, della Tunisia o dell’Argentina potrebbe essere una divertente possibilità non solo per allargare le proprie conoscenze, ma anche per comparare gusti diversi. Da tempo il mondo del vino di qualità è sempre più affollato. Nuovi Paesi, alcuni dei quali impensabili sino a qualche anno fa, sono apparsi sulla scena internazionale e i vini buoni non sono più appannaggio dei soliti tradizionali produttori dell’area mediterranea o poco più. Certo, trovare una bottiglia di qualche Paese, magari esotico, nella bottega sotto casa non è scontato, ma oggi grazie a internet non è così difficile: basta armarsi di un po' di pazienza. Da parte nostra abbiamo cercato di facilitarvi il più possibile il compito, selezionando nazioni e vini che, in qualche caso, hanno un legame con l’Italia perché le Cantine sono di proprietà di nostre aziende o perché hanno consulenti italiani. Condizioni che rendono le etichette più facilmente reperibili. Si tratta di vini di carattere, sicuramente particolari e affascinanti, in grado di attirare l’attenzione di chi li assaggia. Ecco qualche suggerimento.   I vini buoni degli altri La Georgia, stato transcaucasico a est del mar Nero, è uno dei Paesi che può vantare una storia viticola che si perde nella notte dei tempi – gli archeologi hanno scoperto una cantina che risale a sei mila anni fa – e un altrettanto importante patrimonio di vitigni autoctoni. Da queste parti ancora si vinifica nelle anfore di terracotta, come vuole un’antichissima tradizione locale, ma le tecniche più moderne sono sempre più diffuse. È il caso dell’Alaverdi (36 euro) prodotto dall’azienda Badagoni, fondata nel 2002, nella zona di Kakheti, al confine con l’Azerbaijan, dove si producono i migliori vini georgiani. È ottenuto dalle uve Saperavi in purezza, allevate su terreni calcareo-marnosi, dai monaci del monastero di Alaverdi, da cui prende il nome. Ha colore rosso rubino e aromi speziati. È sapido e robusto, elegante e piacevole. In alternativa il Badagoni Kakhetian Noble (18,90 euro), sempre dalle stesse uve, più fresco e meno impegnativo, ma non per questo meno interessante. L’azienda Badagoni si avvale della consulenza di Donato Lanati, enologo versatile e di grande esperienza. Entrambi i vini, oltre ad alcuni bianchi, possono essere acquistati sul sito www.winexplorer.it. In Ungheria è attiva dagli anni Novanta l’azienda Tuzko Bátaapáti, fondata da Peter Zwack (quinta generazione della famiglia ungherese produttrice di amari), Jacopo Mazzei (Fonterutoli) e da Piero Antinori che nel Duemila decise di acquistare l’intero pacchetto azionario della società. Situata 150 chilometri a sud di Budapest, tra le colline di Tolna vicino al Danubio, dispone di circa 150 ettari di vigneto sia di vitigni autoctoni sia di internazionali. Tra i vini più significativi il Sauvignon Blanc (6,50 euro) e il Traminer (6,50 euro), bianchi molto freschi, di gradazione alcolica contenuta – una rarità di questi tempi – adatti come aperitivi leggeri, ma non banali. Facilmente reperibili nelle enoteche si possono trovare anche nella Grande distribuzione.   L’altro Mediterraneo La Tunisia, come altri paesi rivieraschi, ha una crescente produzione vinicola. Domaine Neferis è una proprietà ubicata nella valle di Sidi Salem, nel sud-est della nazione, tra Tunisi e Hammamet, a soli 30 chilometri dal mare. Qui nell’azienda, di proprietà della Cantina siciliana Calatrasi, si coltivano oltre 200 ettari di vigneto. Sono da consigliare l’Appellation d’origine contrôlée (Aoc) Sidi Salem Vieux Magnifique (22 euro) un rosso che nasce da vigneti di uve Syrah coltivati tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare. Ha profumi concentrati, vinosi, ma anche speziati e gusto di prugna matura e liquirizia. Sempre della stessa denominazione Aoc Sidi Salem, il Selian Réserve (16,50 euro) ottenuto da uve Carignano, le stesse allevate nel Sulcis, nella parte meridionale della Sardegna. Ha colore rosso porpora intenso con sentori di ciliegia e dal sapore di frutta rossa, di buona persistenza. Tra i bianchi da segnalare Aoc Sidi Salem Magnifique Blanc (12,75 euro) da uve Chardonnay (50%) e Muscat d’Alexandrie (50%), le stesse coltivate a Pantelleria con il nome di Zibibbo. Ha sensazioni floreali e di miele, albicocca, datteri e fichi, di piacevole freschezza. I vini si possono acquistare presso l’Emporio Calatrasi (S 091.85.79.963 Contrada Piano Piraino, San Cipirello - Palermo) che effettua spedizioni – il trasporto è a parte – in tutta Italia. Non poteva mancare in questa nostra selezione un vino prodotto nei pressi di Betlemme, nel cuore della Palestina. La Cremisan Wine Estate deve il suo nome alla collina terrazzata (850 metri sul livello del mare) dove dal 1896 i padri salesiani coltivano la vite e producono vino. Questa attività è stata inserita in una campagna, denominata Territori DiVini, che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione araba della zona. Il progetto è stato promosso dal VIS –Volontariato internazionale per lo sviluppo – e dai Salesiani del Medio Oriente, con la partecipazione, tra gli altri, della Provincia Autonoma di Trento, dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, delle Cantine della Valtenesi e del Lugana (Brescia) e dell’enologo Riccardo Cotarella. Due i vini di punta, un bianco straordinario, davvero particolare, lo Star of Bethlehem Hamdàni-Jàndali e il rosso Star of Bethlehem Bàladi. In entrambi i casi si tratta di vini ottenuti da vitigni autoctoni, denominati appunto Hamdàni e Jàndali (a bacca bianca) e Bàladi  (a bacca rossa), del tutto sconosciuti da noi, ma la degustazione effettuata in anteprima durante lo scorso Vinitaly è stata sorprendente. Piacevoli, sapidi, con sentori di cedro il bianco e di frutta rossa speziata, il Bàladi. Una vera e propria sorpresa. Da dicembre si potranno acquistare entrambi per circa 10 euro (informazioni sul sito del Volontariato internazionale per lo sviluppo, www.volint.it). Per rimanere in quest’area del mondo sono da segnalare due Cantine di Israele con vini di abbastanza facile reperimento nelle nostre enoteche, nelle rivendite oppure nei siti specializzati.  La Golan Heights Winery è situata nella zona Nord orientale del Paese, sulle Alture del Golan nei pressi della cittadina di Katzrin. Il suolo è vulcanico, basaltico, ricco di minerali e di argille, ben drenato in profondità. I vigneti si estendono per 600 ettari circa da cui si ottengono 2 milioni di bottiglie suddivise in una trentina di prodotti. Grazie alla ricchezza ed all’unicità di questo terroir i vini che nascono in tale regione presentano una pregevole struttura e si prestano a essere invecchiati. Fondata nel 1983 è una delle poche a produrre quasi esclusivamente vini kosher. Da consigliare la linea top denominata Yarden (in ebraico il fiume Giordano), tra cui Yarden Cabernet Sauvignon (29 euro), Yarden Syrah Ortal (32 euro) tra i rossi e Yarden Viognier (14,50 euro) e Yarden Mount Hermon White da uve Chardonnay e Sauvignon blanc (da 10,40 euro) tra i bianchi.  Sempre in Israele Domaine du Castel è l’azienda di famiglia di Eli Ben Zaken, condotta con i figli Eytan e Ariel situata in Alta Giudea dove le notti sono umide e fresche e le giornate secche (35% medio di umidità relativa). La differenza di temperatura tra giorno e notte può essere anche molto elevata ed è particolarmente adatta per ottenere vini di buona acidità. Non a caso si tratta di una delle più prestigiose Cantine israeliane e anche i prezzi non sono da meno. Il vino top Castel Grand Vin (taglio bordolese) costa 64,90 euro; Petit Castel (Cabernet Sauvignon in prevalenza) 39,90 euro e “C” Blanc du Castel (Chardonnay e una piccola percentuale di Semillon) 42,15 euro (acquisti su www.supergal.it). Oltreoceano Anche se non molto conosciute le proposte di vino americano di alto profilo con un tocco di italianità sono numerose. A iniziare dalla Virginia dove Gianni e Silvana Zonin dal 1976 sono i proprietari di una splendida e storica proprietà, la Barboursville Vineyards, in una zona che lo stesso Thomas Jefferson definì Piedmont Region. Si tratta di una proprietà di 500 ettari dei quali 82 vitati che producono mezzo milione di bottiglie l’anno. Da assaggiare il Cabernet Sauvignon Reserve (20 euro) e lo Chardonnay Reserve (20 euro) acquistabili anche su www.wine-searcher.com/merchants/italy. Gli Antinori sono saldamente presenti negli Usa dove producono vini in alcune delle zone più rinomate del Paese. Stag’s Leap Wine Cellars è uno dei simboli della moderna California del vino. La Cantina è nata nel 1970 per opera di Warren Winiarski, personaggio che negli anni Cinquanta studiò enologia in Toscana e successivamente divenne consulente dello Chateau Ste. Michelle Wine Estate. Nell’aprile 2006 quest’ultima insieme alla Marchesi Antinori, ha acquisito Stag’s Leap con i suoi prodotti d’eccellenza quali il Cask 23 Cabernet Sauvignon (161 euro) o il Fay Cabernet Sauvignon (72 euro) dal nome del proprietario del primo vigneto piantato a Cabernet Sauvignon nella zona. La medesima joint venture ha creato Col Solare in un’altra area particolarmente vocata del Washington State, la Columbia Valley. Qui nasce appunto Col Solare (72 euro), un vino da lungo invecchiamento con un intenso carattere varietale, fruttato, strutturato e lungamente persistente. Per finire, l’America del Sud con l’Argentina, nella regione di Mendoza, e precisamente nella valle di Tupungato, ai piedi dell’omonimo vulcano, a cui si deve il nome dell’azienda. Qui nel 1996 la Masi Agricola ha acquistato una proprietà, di 160 ettari dei quali 100 vitati, a un’altitudine compresa tra i 950 e i 1050 metri sul livello del mare. Vi nascono il rosso Tupungato Corbec (23 euro), da uve Corvina e Malbec, morbido e strutturato; il Passo Doble (10 euro), da uve Malbec e Corvina leggermente appassita, dai toni speziati e fruttati; e infine il Passo Blanco (8 euro), dall’unione del vitigno Torrontes e il Pinot grigio, fresco e fragrante. Si trovano nelle migliori enoteche italiane. Ottimi, ma non proprio facili da trovare Volete stupire? Presentatevi a tavola con il Jia Bei Lan 2009 della Winery He Lan Qing Xue. È un ottimo uvaggio di Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Gernicht prodotto nel nord della Cina, a Ningxia, con la supervisione di Li Demei, un enologo che ha studiato a Bordeaux. Recentemente ha ottenuto un premio importante nel Regno Unito ma la sua reperibilità, Cina a parte, è assai limitata anche perché prodotto in appena 20 mila esemplari. Forse però vi potreste rifare se andate in Danimarca e cercate lo Skærsøgaard Orion Classic 2009 un vino secco, di leggera alcolicità (11% vol.) ottenuto da uve Orion (deriva da un incrocio di Optima x Villard blanc) coltivate nello Jütland (Jylland). Delicatamente aromatico, ha una buona acidità. Prezzo indicativo 20 euro. Se poi vi capitasse di passare per la Giordania il consiglio è di andare nel distretto commerciale di Wadi Saqra ad Amman dove da Saint George Wines (129 Arar Street) potete trovare un particolarissimo Saint George Pinot Noir Winemaker Selection 2009, ottenuto dalle omonime uve. Profumato e concentrato è venduto a circa 9 euro. Vale la pena di provare. Se poi volete sbaragliare definitivamente i vostri concorrenti nella ricerca enologica, procuratevi il Monsoon Valley 2010 Cuvée de Siam Blanc della Siam Winery (www.siamwinery.com), azienda sita in Thailandia. Ottenuto da uve Colombard e Chemin blanc, è strutturato (13,5% vol.) ma anche piacevole e naturalmente ha sentori di frutta tropicale. Prezzo indicativo 30 euro. La Ribolla gialla Brut di Collavini con i gnocchi del ristorante "Da Fiore" a Venezia Cignale, Igt Colli della Toscana Centrale del Castello di Querceto con le mezzemaniche del ristorante "Il Falconiere" di Cortona Fallegro Langhe Doc 2010 di Gianni Gagliardo con l'anguilla del ristorante "Guido" di Pollenzo Manditocai Friulano Collio Doc 2010 di Livon con il calamaro del ristorante "Al Ferarut" di Rivignano Nes, Passito di Pantelleria Doc 2008 con l'amaretto della "Pasticceria Ferracina" di Casimano Vicentino

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