Il rosato Tacco Rosa prodotto dal senatore Dario Stefàno con la collaborazione dell’enologo Riccardo Cotarella nasce da piante ad alberello di 40 anni in agro di Cellino San Marco. Negroamaro in purezza, all’assaggio si rivela floreale, salino ed elegante.
La Puglia è soprannominata il tacco d’Italia, ma è anche la regione storicamente più vocata alla produzione dei rosati. Ecco spiegato il nome Tacco Rosa, primo e unico vino del senatore Dario Stefàno, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa la seconda annata (2020) nel corso di una diretta zoom. Con lui l’amico enologo Riccardo Cotarella, che ha curato la parte enologica del progetto.
Promotore del Concorso nazionale dei vini rosati
Leccese di Scorrano, Dario Stefàno è cresciuto politicamente in Puglia e resta profondamente legato alla sua terra di origine. Nel 2012 fu proprio lui, in qualità di assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia (ai tempi di Nichi Vendola governatore), a istituire il Concorso nazionale dei vini rosati, oggi sospeso. Come spiega Cotarella senza troppi giri di parole: «Il vino rosato in Puglia significa Dario Stefàno. Il Concorso ha avuto un ruolo fondamentale nella valorizzazione dell’enologia pugliese che ha in questo vino uno dei suoi maggiori tratti distintivi e identitari».
L’acquisto di un piccolo appezzamento
«Molti mi rimproverano di aver lasciato la Regione e di essermi trasferito a Roma», gli fa eco Stefàno. «Mi dispiace molto che, dopo di me, l’esperienza del Concorso dei rosati si sia conclusa e spero di riuscire presto a rimetterla in campo. È stato un volano importante per la produzione di un vino ingiustamente considerato né carne né pesce, che invece io amo molto». Un amore così forte – che affonda le radici nell’infanzia quando il nonno materno lo portava nel vigneto di famiglia – da spingerlo a compiere il grande passo. L’acquisto di 1,5 ettari per avviare una piccola produzione: solo 2.500 bottiglie per l’annata 2019, salite 6.000 per la 2020. Il prezzo al consumatore è di 14-15 euro; il vino si può acquistare sulla piattaforma Tannico.
Da piante ad alberello di 40 anni
«L’appezzamento si trova in agro Cellino San Marco sulla strada provinciale che divide la provincia di Lecce e quella di Brindisi. Le piante di alberello di Negroamaro hanno circa 40 anni. Sono molto soddisfatto del risultato: è esattamente il vino che volevo. Riccardo Cotarella mi ha aiutato a recuperare l’identità degli antichi rosati pugliesi giocati sulla finezza e l’eleganza, con un colore piuttosto scarico, che potremmo definire provenzale».
La versatilità del Negroamaro
«Non c’è uva così duttile e generosa come il Negroamaro», sentenzia Cotarella. «In funzione del tipo di raccolta e vinificazione regala grandi basi spumanti, rosati espressivi e – se lasciata più a lungo in pianta – rossi che abbinano struttura ad una certa eleganza». L’acidità, infatti, è sempre ben sostenuta da una bella spina dorsale. Ma la lavorazione “rosé” esige un percorso specifico: «Per evitare l’eccessiva insolazione è meglio l’alberello, che scongiura anche il pericolo delle alte temperature. Un altro aspetto importante è il momento della vendemmia, che non deve essere mai troppo in là». Per preservare le caratteristiche del vitigno, il Tacco Rosa viene vinificato esclusivamente in acciaio, con una breve macerazione sulle bucce.
Note di degustazione
Di colore rosa scarico con leggeri riflessi ramati, il Negroamaro Tacco Rosa, Salento Igt 2020 ha un bouquet che spazia dalle note di geranio e violetta, seguite da sentori erbe mediterranee e di campo. Poi melograno, arancia sanguinella, fragola e frutti rossi. La bocca è agile, di grande freschezza e sapidità, o meglio salinità, con un finale piacevolmente agrumato. Equilibrio, persistenza e ottima bevibilità.