È un vocabolo inglese che significa pettegolezzo, chiacchiera, diceria. Che c’entra allora con il vino? Fino al 15 settembre scorso non c’entrava per niente: ve lo ha introdotto quel giorno il Giornale con un articolo di Carlo Cambi nel quale si rivelava che “la sinistra di caciotta e di governo, quella che magnifica i vini e i ristoranti da 300 euro, è squassata da un’affaire economico politico che rischia di far saltare il dorato mondo delle marchette enogastronomiche”. L’affaire sarebbe nato dalla cessione della holding Gambero Rosso a Paolo Panerai, editore di Class e produttore vinicolo, cessione che starebbe provocando disastrose reazioni a catena in Slow Food e guide dell’Espresso. Erano sei mesi che quella voce circolava, e tutti i protagonisti, a cominciare da Panerai, l’hanno sempre smentita. Mentono? Può darsi, ma per zittirli bisognerebbe esibire qualche prova. Di prove, nell’articolo di Cambi, non ce n’era una. Ma non è il caso di prendersela. Anzi, proprio gli sbeffeggiati dovrebbero ringra-ziarlo: chi non è oggetto di gossip, oggi, non è nessuno.