Aumentare il prezzo di vendita del vino migliorandone la qualità e ridurre quello di produzione dell’uva e del vino che oggi variano tra i 50 e i 90 euro al quintale. Parte da queste due azioni il rilancio della vitienologia trentina progettato dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige - Fondazione Mach su incarico della provincia autonoma di Trento. Questi interventi dovrebbero essere attuati attraverso l’attivazione di un nuovo Consorzio vitivinicolo trentino e di nuovi percorsi di istruzione e formazione. Tutto ciò è stato annunciato durante una conferenza stampa alla quale sono intervenuti il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, e gli assessori all’Agricoltura, Tiziano Mellarini, e alla cooperazione, Franco Panizza, oltre a Francesco Salamini, presidente della Fondazione Mach, e del direttore generale Alessandro Dini. «Abbiamo stilato un documento che indica con lungimiranza e chiarezza le cose da fare per rilanciare la vitienologia trentina che verrà sottoposto a tutti i soggetti del mondo viticolo locale. Dobbiamo recuperare il buon nome del Trentino», ha affermato Dellai.
Il documento prevede otto linee di intervento:
- Brand: potenziare i marchi-locomotive come il TrentoDoc per trainare il settore verso un’eventuale modifica delle zonazioni creando sottozone di eccellenza.
- Qualità: creare sottozone territoriali e tecniche di viticoltura innovativa, creare misure di tutela e promozione, riaffrontare il problema delle Doc, delle eventuali Docg evitando il declassamento a Igt.
- Sistema produttivo: riorganizzare le cooperative puntando sulla riscoperta dei valori territoriali e con un ruolo nell’affinamento e nel confezionamento del vino.
- Comparto vinicolo: responsabilizzare i viticoltori definendo un piano che rivisiti gli attuali disciplinari di produzione.
- Agrotecnica, territorio ed enologia: raccordare il territorio alle tipologie di vini prodotti sviluppando una viticoltura di precisione.
- Genetica: associare un territorio a un vino, individuare macroaree omogenee che gravino su una cantina sociale che produca pochi vini, migliorare la zonazione e sviluppare nuove varietà resistenti alle malattie e di portainnesti più adatti.
- Formazione: migliorare la capacità imprenditoriale dei giovani che si avvicinano al mondo vitivinicolo, potenziare i corsi di qualificazione professionale e rafforzare la formazione permanente.
- Politica del territorio: costituire un nuovo Consorzio di tutela interprofessionale che intervenga su promozione, normative, tutela e sperimentazione.