L’ultima tappa alla scoperta dei nuovi terroir dell’Argentina ci porta a visitare la regione di Cuyo, che custodisce il 95% degli ettari vitati dell’Argentina. Qui si stanno valorizzando alcune micro-regioni che riflettono le diversità della viticoltura del territorio, come la Valle de Pedernal, Upsallata e Uco Valley.
Terza e ultima puntata degli incontri virtuali con i protagonisti dei nuovi terroir dell’Argentina intervistati dalla sommelier Paz Levinson. Dopo aver visitato gli estremi nord e sud della nazione, il tour organizzato da Wines of Argentina approda nella regione vinicola più importante ed estesa, Cuyo. È questa l’area simbolo per i vini argentini; comprende Mendoza e il territorio emergente di San Juan, che a oggi è la seconda provincia più coltivata del Paese.
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Cuyo
Le sfide dei produttori
Il Nuovo Cuyo comprende sia la regione di Cuyo che la provincia di La Rioja. Ma culturalmente La Rioja è parte del Nordovest, piuttosto che della regione di Cuyo. Come nel nord dell’Argentina, anche nella regione di Cuyo alcuni produttori stanno sfidando altitudini e condizioni climatiche sempre più estreme. Negli ultimi anni hanno identificato alcune micro-regioni che riflettono il diverso carattere della viticoltura argentina; queste aree stanno ora crescendo a ritmi sostenuti.
Cuyo significa “luogo deserto”
Nella lingua dei popoli nativi, Cuyo indicava un luogo deserto, ma oggi questa regione che si estende a nordovest rispetto a Buenos Aires ai piedi della catena montuosa delle Ande custodisce 188.028,70 ettari vitati, il 95% dell’Argentina. Le altitudini variano dai 430 ai 2000 metri slm, il clima è freddo in inverno e caldo in estate, condizionato dall’influenza delle Ande che qui mettono in mostra le vette più elevate (Aconcagua, 6.962 metri), ma le cui nevi si sciolgono alimentando i fiumi della regione e costituendo la principale fonte per l’irrigazione delle colture, che qui è una necessità.
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Una giovane winemaker a San Juan
Paula González è una giovane donna del vino argentino nata a Mendoza, che oggi vive a San Juan coltivando vigne a 90 km a sudovest dalla città per la Cantina Pyros Wines. È questo un territorio dal clima continentale freddo, dominato dalle Ande e diviso in 5 valli protette da alte colline, tra cui la Valle de Pedernal ad altitudini che vanno dai 1250 ai 1500 metri slm e caratterizzata da suoli molto eterogenei, ma principalmente calcarei. Questo particolare terroir permette la produzione di vini dai colori profondi, aromi intensi e texture vellutata. La varietà predominante è il Syrah, sebbene anche il Malbec sia molto coltivato.
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Mendoza: i colori di Upsallata
Con 149.226,9 ettari vitati Mendoza copre il 75% del vigneto argentino ed è divisa in piccole sub-regioni, tra cui Uspallata, un’area che si estende a 2000 metri d’altezza conosciuta per i panorami dagli incredibili colori cangianti e dall’estrema luminosità. In questa zona Alejandro Sejanovich, enologo con molti progetti attivi in Argentina, lavora su appena 4 ettari con varietà quali Malbec, Pinot nero e Cabernet Franc. L’Azienda Estancia Uspallata è letteralmente una chiazza verde in mezzo ad altissime vette. La prima vendemmia risale al 2015 e finora sono state prodotte solo 9.000 bottiglie annue con l’obiettivo di dare ai vini una complessità unica.
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Mendoza: l’ultima frontiera di Uco Valley
Altra valle, altro micro-terroir: è La Carrera, all’estremo nord della Uco Valley, l’ultima frontiera del vino in questa regione. Il protagonista di questa storia è il giovane Matìas Riccitelli (Matìas Riccitelli Wines), che ha conquistato 4 ettari in un’area dove fino a poco tempo fa coltivavano solo patate e fagioli. Qui, al contrario di altre zone argentine, il cielo è spesso nuvoloso, il clima è piovoso e fa molto freddo: è la regione più fresca di Mendoza e al momento della videochiamata stava nevicando. L’altezza di questa terra consente, infatti, forti sbalzi termici, che sono ideali per mantenere la naturale acidità e freschezza delle uve. «In questa valle unica a 1600 metri d’altezza coltiviamo Chardonnay, Sauvignon blanc e Pinot nero e le uve maturano molto lentamente donando ai vini particolare equilibrio», afferma Riccitelli. «Con il cambiamento climatico e stagioni sempre più calde ovunque, quest’area verrà rivalutata».
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