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Atlantis Berchidda dei fratelli Sannitu

16 Novembre 2020 Jessica Bordoni
Atlantis Berchidda dei fratelli Sannitu

Classe 1985 e 1988, Andrea e Francesco Sannitu sono i titolari della Cantina Atlantis Berchidda nel cuore della Gallura. Un nome “leggendario” per un progetto enologico dinamico e moderno, con alle spalle mezzo secolo di tradizione familiare.

Tra i miti cosmogonici più affascinanti c’è quello di Atlantide. Il filosofo Platone la cita in due Dialoghi, il Timeo e il Crizia, descrivendola come un’isola antichissima e leggendaria posta oltre le colonne d’Ercole, che sprofondò all’improvviso per opera del dio del mare Poseidone.

Atlantis Berchidda è un omaggio alla Sardegna

«Secondo alcune teorie, Atlantide corrisponderebbe alla Sardegna, la cui forma richiama non a caso l’impronta di un piede», spiega Francesco Sannitu, giovane titolare di Atlantis Berchidda insieme al fratello Andrea. «Non avendo una grande storia alle spalle, abbiamo deciso di intitolare la Cantina a questa leggenda che celebra la nostra terra. Quanto al toponimo Berchidda, fa riferimento al paese dove ha sede l’azienda e dove crescono le vigne». Gli appassionati di vini sardi lo conoscono bene: è uno dei tre comuni sassaresi che – insieme a Monti e Tempo Pausania – costituiscono il “Triangolo del Vermentino di Gallura”, che proprio in quest’area si fregia della Docg, l’unica a livello regionale.

Una storia di famiglia

Atlantis Berchidda ha un’anima giovane, come l’età dei suoi titolari Andrea e Francesco, rispettivamente classe 1985 e 1988. Le radici, però, affondano in oltre mezzo secolo di attività familiare. «Già nonno Sisto coltivava le sue vigne proprio a Berchidda. Produceva un vino verace, semplice, destinato al consumo della nostra famiglia. La passione per la viticoltura è passata a nostro papà Bastianino, che nel 2005 ha deciso di impiantare dei nuovi vigneti, ampliando gli appezzamenti di proprietà e ponendo le basi a quella che è la Cantina oggi».

45I vigneti si estendono su 16 ettari tutti nelle colline di Berchidda

Mito e poesia tra innovazione e tradizione

La prima vendemmia del “nuovo corso” risale al 2013. Francesco ha appena terminato l’Università (Ingegneria gestionale) e coinvolge Andrea (laureatosi qualche anno prima in Legge) in un’avventura che, iniziata quasi per gioco, oggi rappresenta un lavoro a tempo pieno. «Per papà la vigna è sempre stata un hobby e si limitava al conferimento delle uve. Noi abbiamo deciso di imbottigliare creando un nostro marchio e negli anni abbiamo sviluppato la nostra personale visione aziendale». Da un lato il mito, la poesia, dall’altro la concretezza della terra e del lavoro quotidiano. «Ci muoviamo rispettando la tradizione, ma con grande apertura verso le novità. E crediamo fortemente nella comunicazione e nella promozione, con vini grintosi e di carattere a partire dal nome e dalla grafica». Senza però perdere di vista il contenuto.

La ricchezza dei suoli sulle colline di Berchidda

In tutto 16 ettari vitati, suddivisi in due corpi principali, Sa Conca e Sos Ruos, tutti nelle colline di Berchidda. I terreni sabbiosi e granitici conferiscono mineralità ai bianchi; mentre gli altri, a impasto più pesante e con buona dotazione di argilla, donano struttura ai rossi. «Gli ultimi impianti risalgono al 2018 e sono perlopiù a Vermentino e Cannonau. In vigna crescono anche uve internazionali che ci siamo trovati in eredità e su cui abbiamo deciso di scommettere dando vita a blend inediti».

Atlantis Berchidda
Crizia, Vermentino di Gallura di Atlantis Berchidda

Atlantis Berchidda non è solo Vermentino di Gallura

«Il nostro primo vino, un Vermentino Superiore di Gallura, si chiama Crizia, come il dialogo platonico in cui viene raccontato il mito di Atlantide», precisa Francesco. Nasce da una vigna di 15 anni esposta a nord e a sud e allevata a Guyot con 5.000 ceppi per ettaro. Dopo la pigiatura soffice, la macerazione a freddo si protrae per 24 ore prima della fermentazione in acciaio. Il risultato è un Vermentino dinamico e intenso, fruttatoe salino, dal morbido finale. Da ricordare anche Demiurgo, un Cannonau di Sardegna volutamente di pronta breva, e Maju (in sardo “maggio”), un originale blend di Merlot, Cabernet e Syrah che testimonia l’istanza sperimentale della Cantina, destinata a farsi sempre più evidente nei prossimi anni.

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