La Cantina con i suoi progetti I Patriarchi, FeudiStudi e Vini Unici punta alla riscoperta, allo studio del dna e alla valorizzazione dei vitigni ancestrali e della biodiversità in Irpinia. E propone bottiglie che sono espressioni inedite del territorio.
Raccontare il territorio, valorizzare vitigni autoctoni della tradizione – dal Fiano all’Aglianico – e riscoprire le antiche vigne dell’Irpinia. Missione e parola d’ordine di Feudi di San Gregorio, tra le prime aziende vinicole del Sud Italia con oltre 30 milioni di fatturato e un export che copre più di 50 Paesi nel mondo, è anche quella di farsi ambasciatrice del territorio campano e dedicarsi alla ricerca e all’esaltazione della sua sconfinata espressività ampelografica.
Un patrimonio di vigne prefillosseriche
Qui, allevate su suoli di matrice vulcanica e sabbiosa, alcune viti sono scampate al flagello della fillossera all’inizio del secolo scorso. Le più antiche hanno dai 70 fino ai 200 anni e rappresentano un tesoro varietale inestimabile per la viticoltura non solo nazionale. Oggi questi ceppi sono oggetto di indagini genetiche sui cicli riproduttivi che Feudi di San Gregorio conduce da anni a braccetto con università italiane e internazionali per indagarne, comprenderne ed esaltarne le specificità e le potenzialità.

La ricerca e la protezione della diversità
Queste viti rappresentano «un’immensa banca dati genetica», spiega Pierpaolo Sirch, responsabile del comparto produttivo, «uno scrigno di profumi e sapori diversi scomparsi dalla nostra memoria gustativa che devono essere salvati. La sfida di Feudi di San Gregorio è quella di cercare e proteggere la diversità per se stessa». Si tratta di vigneti spesso piccoli, incastonati nei boschi, incuneati tra gli ulivi secolari nelle province di Avellino (Fiano), nell’areale di Tufo vicino alle miniere di zolfo (Greco), a Taurasi (Aglianico) e nel Sannio (Falanghina e Piedirosso).

I Patriarchi, progetto di Feudi di San Gregorio per salvare un patrimonio genetico
I Patriarchi di Feudi di San Gregorio, nomen omen, sono uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Milano, e il professor Attilio Scienza, che prende le mosse da un’indagine sul dna di piante centenarie a piede franco. Alcune sono state geneticamente riprodotte e hanno battezzato i nuovi impianti di Aglianico nel vigneto Dal Re. Il modo, per dirla con le parole di Antonio Capaldo, presidente di Feudi dal 2009, «per salvare un’inestimabile tesoro genetico e farlo diventare parte del nostro patrimonio».
Tirature limitate con FeudiStudi
Bottiglie in tiratura limitata (circa 2.000 ogni anno), fuori dai convenzionali canali commerciali e plasmate come riedizione delle prime bordolesi del XVII secolo sono invece il risultato di FeudiStudi, un progetto che dal 2011 seleziona i vigneti che interpretano autenticamente il territorio in base alle caratteristiche dell’annata (ne abbiamo parlato anche qui).

Dal Serpico al Pàtrimo: i Vini Unici dell’Irpinia
I Vini Unici sono racconti dell’intima essenza irpina. Come Serpico, frutto delle vigne centenarie di Taurasi, Piano di Montevergine, Taurasi Riserva proveniente dalla vigna omonima, e Sirica, che nasce da un vitigno riscoperto tra le piante secolari di Taurasi. E ancora il Pàtrimo, frutto di una singola vigna storica di Merlot originariamente confusa con l’Aglianico, riscoperta e oggi vinificata in purezza, e il Campanaro, unico blend da uve selezionate di Greco e Fiano.
DUBL e DUBL ESSE, inedite bollicine
Espressività, originalità e nuovi orizzonti produttivi ai vitigni vengono anche donati dalle bollicine. E grazie al timbro che imprimono i terreni dell’areale (verticalità, grande sapidità e freschezza) gli spumanti Metodo Classico da Greco, Aglianico e Falanghina danno vita alla linea DUBL, oggi una produzione che tocca le 150 mila bottiglie e si esprime anche nella versione più secca DUBL ESSE: il Dosaggio Zero da Aglianico o Greco, con oltre 48 mesi di affinamento sui lieviti.
Realizzato in collaborazione con Feudi di San Gregorio