La fortunata manifestazione siciliana si è tenuta quest’anno in forma virtuale, riscuotendo comunque un buon successo di partecipazione tra i giornalisti di settore. Si è parlato dell’andamento della recente Doc regionale e dell’annata 2019 in Sicilia.
Era maggio, tempo di Sicilia en primeur solitamente, tra le anteprime vinicole più attese, felice com’è tra contrade, panorami mozzafiato, palazzi barocchi, profumo di zagara… ma non quest’anno. Gli ospiti erano stati gentilmente invita ti a collegarsi via Zoom, causa pandemia. Ciononostante, grazie al carisma e all’ironia dei siciliani, certamente di uomini come Alessio Planeta e Antonio Rallo, la cosa ha funzionato bene, per aggiornarsi sull’annata 2019 in Sicilia e sentire gli umori degli imprenditori isolani.
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Va forte la Doc Sicilia
Antonio Rallo ha messo in evidenza i risultati lusinghieri della Doc Sicilia, che conta 461 aziende per circa 25 mila ettari, 95 milioni di bottiglie (+19% rispetto al 2018). Fa da traino il Nero d’Avola (+27%), seguito da Zibibbo (+17%), Grillo e Lucido-Catarratto (+13%). Uno dei punti di forza della Doc, secondo Rallo, è il sistema di controlli (225 eseguiti nel 2019). Soddisfazione anche dal punto di vista dell’immagine: tra i consumatori abituali di vino negli Stati Uniti, secondo Wine Intelligence, la Sicilia è la settima regione viticola per riconoscibilità al mondo, tra le italiane seconda solo alla Toscana. Le ricerche di mercato mettono anche in evidenza la “freschezza” della Doc Sicilia, che attira la fascia giovane dei consumatori, tra i 25 e i 34 anni.
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Il parere di Pino Cuttaia
All’incontro virtuale è intervenuto lo chef Pino Cuttaia, tra i numeri uno in regione, il quale auspica che il vino, in posizione meno drammatica rispetto ad altre produzioni, possa dare una grande mano alla ristorazione, in un’alleanza di cultura e comunicazione.
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Il commento sull’annata 2019 in Sicilia
Per le considerazioni sul nuovo millesimo in commercio, 2019, è intervenuto il tecnico Mattia Filippi, che ha rielaborato i dati dei soci Assovini Sicilia. Filippi ha in primo luogo ricordato il clima felice dell’isola: mediterraneo (lo è solo il 2% della Terra), ottimo per seguire progetti di sostenibilità, negli ultimi 30 anni ha subito meno di altre regioni gli effetti del riscaldamento globale. La stagione 2019 è cominciata molto lentamente, con primavera fresca, ritardi nel germogliamento, fioriture e allegagioni scarse. Classico andamento mediterraneo con alternanza di piogge e siccità, nei secchi mesi estivi. Alla fine, una delle annate più scarse degli ultimi dieci anni, con la 2011 e la 2014 (-13% rispetto alla media).
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Vini giustamente maturi e longevi
Dal punto di vista qualitativo, un’annata equilibrata. Il Nero d’Avola presenta freschezza e acidità, che gli consentiranno di durare nel tempo, così come il Frappato, che è maturato lentamente e ha mantenuto le caratteristiche varietali. Uno dei migliori degli anni recenti, con eccellente maturazione aromatica e dei tannini. Anche il Carricante, stella bianca dell’Etna, è molto bilanciato con un profilo “acido e verticale”, di promettente longevità. Per il Nerello, il rosso del vulcano, le condizioni erano ideali, con maturazioni perfette.