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Pellegrini, tre new entry in catalogo

13 Luglio 2020 Civiltà del bere
Pellegrini, tre new entry in catalogo

La società di distribuzione di Cisano Bergamasco ha chiuso il 2019 con un aumento di fatturato del +15% e 1.362.000 bottiglie vendute. Il presidente Pietro Pellegrini racconta l’ingresso in portfolio di tre nuove Cantine: Castello di Perno, Tenuta Sette Cieli e Giuseppe Gorelli.

Tra i più importanti marchi di distribuzione di vini e distillati di qualità italiani ed esteri, Pellegrini negli ultimi cinque anni ha raddoppiato il suo giro d’affari. Nel 2019 il fatturato dell’azienda di Cisano Bergamasco è cresciuto del +15% sul 2018, pari a 15,5 milioni di euro. Le vendite, con un organico di oltre 100 agenti, sono passate da 1.250.000 bottiglie a 1.362.000.

Il ruolo del distributore nel settore


«Il 2020 è cominciato in maniera positiva e siamo fiduciosi che, dopo il brusco arresto dovuto al Coronavirus, torneremo a correre veloci», spiega il presidente Pietro Pellegrini. «Negli ultimi anni il ruolo dei distributori è stato finalmente compreso da molti produttori vinicoli e operatori Horeca. Oggi non veniamo più visti come clienti dai produttori, ma considerati veri e propri partner commerciali in grado di offrire un servizio puntuale e prezioso».

Le novità a catalogo

Il crescente successo di Pellegrini è il risultato di investimenti e di un’attenzione costante alla selezione delle cantine del catalogo, sempre ricco di aggiornamenti e novità. In particolare il 2020 ha visto l’ingresso di tre aziende da altrettante aree storicamente vocate: Castello di Perno vicino a Barolo, Tenuta Sette Cieli nel Bolgherese e Giuseppe Gorelli a Montalcino. «Si tratta di zone già storicamente “coperte”, ma per la prima volta abbiamo voluto prevedere delle “sovrapposizioni”, giocando d’incastro per permettere a tutte le nostre referenze di mostrare i propri punti di forza e le differenti peculiarità».

Il neoclassico Castello di Perno

In particolare il Castello di Perno prende nome da un antico borgo tra Monforte e Serralunga, nel cuore delle Langhe. La produzione può essere definita “neoclassica”: pur rispettando la tradizione, la reinterpreta attraverso una sensibilità al passo con i tempi. «Non è solo un’azienda che produce vini d’eccellenza, ma un pezzo di storia della cultura italiana. Il Castello è stato, infatti, sede della casa editrice Giulio Einaudi».

I rossi biologici di Tenuta Sette Cieli

Tenuta Sette Cieli è nata verso la fine degli anni Novanta vicino a Bolgheri. «La viticoltura è sostenibile e certificata bio. La proprietà ha scelto di produrre solo rossi che, grazie anche alle escursioni termiche, risultano molto freschi e longevi».

Il Sangiovese di Giuseppe Gorelli

Da ricordare, infine, la Cantina Giuseppe Gorelli fondata nel 2017 a Montalcino dall’enologo, già winemaker a Le Potazzine. «Nella terra dove il Sangiovese esprime le sue doti migliori, Gorelli coltiva esclusivamente questa varietà sul versante nord-ovest della collina per produrre un Rosso di Montalcino caratterizzato da profumi di bacche mature con lievi sfumature balsamiche».

Realizzato in collaborazione con Pellegrini.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2020. Acquista

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