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Monte Zovo, tutelare la biodiversità è una missione

10 Giugno 2020 Civiltà del bere
Monte Zovo, tutelare la biodiversità è una missione

Per la famiglia Cottini, da quattro generazioni alla guida del marchio, l’ecosostenibilità e la valorizzazione del paesaggio sono i pilastri su cui si fondano tutte le attività in vigna e cantina. L’ultima tappa di questo orientamento green è l’adesione al distretto Bio Verona che coinvolge 52 comuni della provincia

La vite non è nulla senza radici e la prerogativa dei grandi vini è quella di saper interpretare al meglio la tradizione e il territorio, nel rispetto del paesaggio e della biodiversità ambientale. È questa, in sintesi, la visione della famiglia Cottini, da quattro generazioni alla guida dell’azienda agricola Monte Zovo.
La sede principale è a Caprino Veronese, nel contesto dell’anfiteatro morenico del lago di Garda. I vigneti sono situati ai piedi del monte Baldo e in località Spiazzi, tra gli 850 e i 900 metri di altezza. Il marchio Monte Zovo comprende altre due tenute: a Sirmione, nell’area di Desenzano del Garda, e a Tregnago in Val d’Illasi, nel cuore della Valpolicella, dove è ubicato il fruttaio per l’appassimento delle uve.In tutto 140 ettari vitati, da cui nascono vini d’eccellenza destinati al mercato nazionale e all’export.

Il Calinverno nasce da un doppio appassimento

Accanto ai rossi classici della Valpolicella come l’Amarone, il Ripasso, il Valpolicella Superiore e il Recioto, trovano spazio altre denominazioni veronesi, quali Bardolino, Chiaretto, Soave e Lugana.
Da ricordare anche la linea delle etichette più innovative e sperimentali, riunite nella selezione Ispirazioni Naturali, tra cui spicca il fuoriclasse aziendale, l’Igt Veronese Calinverno. Nato alla fine degli anni Novanta, è un rosso avvolgente, che prevede un “appassimento a due fasi”: in pianta, con la surmaturazione delle uve lasciate sul tralcio fino alla comparsa delle prime brine invernali; e in fruttaio, ricalcando il metodo utilizzato per produrre l’Amarone.

La barricaia

Ispirati dall’eccellenza nel rispetto della natura

La storia di Monte Zovo comincia nel 1925 con il capostipite Carlo Cottini e il figlio Raffaello. Oggi Diego, figlio di Raffaello, continua l’attività insieme alla moglie Annalberta e ai figli Michele e Mattia. «Seguiamo personalmente le varie fasi della produzione, dalla campagna alla bottiglia, fino alla presenza sui mercati», spiega Diego Cottini. «Per noi l’eccellenza non è solo il risultato finale, ma funge da ispirazione per raggiungere nuovi traguardi, nel rispetto e nella salvaguardia delle risorse che la terra naturalmente ci mette a disposizione». La valorizzazione della cultura enologica veronese si fonda sui pilastri della sostenibilità e della biodiversità.

Dal 2013. prima Cantina con certificazione Biodiversity Friend

«Le uve provengono dai vigneti aziendali. Ciascun appezzamento viene sottoposto a un rigido protocollo agronomico per monitorare la qualità dell’ambiente vitivinicolo e ricercare soluzioni sempre più rispettose ed efficienti. La filiera è corta: ogni fase di lavorazione avviene all’interno del perimetro aziendale, garantendoci un’ampia possibilità di supervisione».
Nel 2013 Monte Zovo è stata la prima Casa vinicola a ottenere la certificazione Biodiversity Friend, uno standard (patrocinato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali) che monitora lo stato di salubrità ambientale attraverso l’analisi della qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria.

La Cantina si trova a Caprino Veronese, ai piedi del monte Baldo

Vini biologici e pratiche ecosostenibili

Dal 2018 sia le uve che i vini Monte Zovo sono certificati biologici. «Crediamo molto nel bio, una scelta che portiamo avanti attraverso un rigoroso sistema di tracciabilità». Le etichette aziendali, inoltre, sono garantite dal marchio SQNPI (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata).
La sede di Caprino Veronese è stata progettata secondo principi ecosostenibili, seguendo la naturale conformazione della collina per integrare l’architettura con il paesaggio circostante. «La struttura si sviluppa su vari livelli, potendo così sfruttare la forza di gravità per le operazioni, ed è quasi completamente interrata, beneficiando di un ottimo isolamento termico». Edificata nel 1995, è considerata ancora oggi tra le Cantine più ecologiche d’Italia.

Una Cantina ecologica sotto ogni aspetto

Un impianto tecnologico costituito da una caldaia a biomasse (che utilizza gli scarti di potatura dei vigneti) permette di minimizzare i consumi coprendo completamente il fabbisogno energetico e fornendo acqua calda sanitaria per i lavaggi ed energia frigorifera per il raffreddamento dei locali destinati all’affinamento. Il risparmio annuo è stato calcolato intorno ai 500 mila kg di CO2. Anche la scelta di impiegare bottiglie ultrasottili prodotte con energia rinnovabile va in questa direzione, con un uso del 30% in meno di vetro rispetto al passato. Per le etichette, invece, si usa carta certificata FSC (Forest stewardship council), che rispetta rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.


Dalla casetta delle api alla fertirrigazione

«Nei vigneti abbiamo installato delle “casette degli insetti” per favorire la presenza di api e altri animali impollinatori e pratichiamo la fertirrigazione, una tecnica che consente la distribuzione dei fertilizzanti insieme all’acqua d’irrigazione, usufruendo dell’acqua di recupero che si ottiene dal lavaggio delle botti», prosegue Diego Cottini.
Questa filosofia di conduzione aziendale è valsa a Monte Zovo il titolo di migliore impresa veronese per la categoria politiche sostenibili nell’enoturismo, conferito da Best of Wine Turism 2020, concorso annuale per la promozione internazionale del turismo del vino.

Bio Verona, un impegno concreto

Ancora, la famiglia Cottini è tra i soci fondatori di Bio Verona – Biodistretto della produzione della comunità del biologico e dell’agro biodiversità di Verona, Valpolicella, Baldo, Garda e Lessina.
L’associazione è nata il 10 luglio 2019 dall’incontro di diverse aziende biologiche del territorio al fine di favorire azioni concrete per promuovere un’agricoltura bio basata su soluzioni tecnologiche innovative.
A coprire il ruolo di presidente è proprio Annalberta Lonardoni Cottini, moglie di Diego. «La cultura della sostenibilità è un valore fondante della nostra azienda», spiega la produttrice. «Il distretto copre un bacino importante, composto da 52 comuni del Veronese. Allarghiamo così ben oltre i confini di Monte Zovo il nostro impegno per la tutela del territorio attraverso lo sviluppo e la valorizzazione della produzione agroalimentare biologica».

Realizzato in collaborazione con Monte Zovo.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2020. Acquista

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