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Vinitaly è rimandato al 2021

23 Marzo 2020 Civiltà del bere
Vinitaly è rimandato al 2021

Vinitaly 2020 si farà… il 18-21 aprile 2021. Il cda straordinario di Veronafiere ha modificato il calendario dei prossimi eventi, compresa la fiera internazionale del vino in un primo tempo rimandata a giugno. «Ridefinizione di obiettivi e strategie del Gruppo per proseguire l’attività in Italia e all’estero e ripartire prontamente quando si tornerà a pieno regime», spiega il presidente Dainese.

Per la prima volta nella storia, Vinitaly dovrà posticipare la sua 54ª edizione. Le nuove date della fiera del vino di Verona sono 18-21 aprile 2021, e con essa sono rinviate anche le concomitanti Sol&Agrifood ed Enolitech. Veronafiere concentrerà la seconda parte dell’anno 2020 al sostegno del business delle aziende italiane sui mercati.

Progetti alternativi per il 2020 a firma Vinitaly

«Il post emergenza per noi si chiama rinascita, che fino all’ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sembrava possibile ora non lo è più» spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. «In accordo con le organizzazioni di filiera, Vinitaly, Sol&Agrifood ed Enolitech si spostano quindi al prossimo anno. Per questo, oltre a lavorare con investimenti straordinari sui nostri eventi internazionali Vinitaly Chengdu, Vinitaly China Road Show, Wine South America (23-25 settembre 2020), Vinitaly Russia (26 e 28 ottobre 2020), Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre 2020), Wine To Asia (9-11 novembre 2020) e le iniziative della Vinitaly International Academy, ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende».

Vinitaly rimandato al 2021 per l’emergenza coronavirus

«Il perdurare dell’emergenza Coronavirus a livello nazionale, con il susseguirsi dei decreti urgenti della presidenza del Consiglio dei ministri, e la più recente propagazione dello stesso a livello europeo e non solo, hanno reso improcrastinabili alcune decisioni. Per tali ragioni il consiglio di amministrazione, d’intento con la direzione generale e il management, ha deliberato oggi in merito a molteplici aspetti essenziali per il proseguimento dell’attività del Gruppo. Fra questi, la ridefinizione di obiettivi, strategie e investimenti per la messa in sicurezza dei prodotti, della propria clientela e del business dei settori correlati», sottolinea il presidente di Veronafiere Maurizio Danese.

Una decisione condivisa con le istituzioni di settore

La decisione del riposizionamento di Vinitaly al 2021 è stata presa d’intesa con i rappresentanti delle associazioni di settore: Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, Sandro Boscaini, presidente di Federvini e Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza Cooperative.

Perdite rilevanti per tutto il settore fieristico europeo

«Occorre ricordare che questa situazione complessa ha avuto un impatto dirompente anche sull’industria fieristica europea. Ad oggi, sono oltre 200 le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l’indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le PMI europee», conclude Dainese.

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