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Siddùra Vermentino da invecchiamento

5 Ottobre 2019 Civiltà del bere
Siddùra  Vermentino da invecchiamento

La Cantina gallurese ha una visione fortemente innovativa del vitigno bianco più diffuso sull’isola. In azienda lo si lavora anche in barrique per conferire maggiore struttura e longevità ai vini. Il più tradizionale è Spèra, Maìa e Bèru hanno conquistato i consensi della critica italiana ed estera.

Spèra, Maìa e Bèru: le tre declinazioni del Vermentino secondo Siddùra. «Quest’uva rappresenta l’identità del nostro territorio, la Gallura, che non a caso è l’unica zona a fregiarsi della Docg in Sardegna», spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato della Cantina di Luogosanto (Sassari). «Il Vermentino è un vitigno storicamente nato per vincere i venti che battono le coste, condizionati dal salmastro marino: le piante combattono quotidianamente con spirito di sopravvivenza per arrivare alla migliore maturazione e dare origine a vini unici».

Spèra, il Vermentino come una volta

In particolare Spèra, Vermentino di Gallura Docg rappresenta il Vermentino di una volta: un bianco vivace e profumato, fresco e moderato in termini di alcol. In gallurese significa fascio di luce, un nome che sottolinea la brillantezza del giallo paglierino con riflessi verdognoli.

Massimo Ruggero


La magia di Maìa

Con Maìa, Vermentino di Gallura Superiore Docg la complessità gusto-olfattiva si fa maggiore, così come la struttura. «In dialetto locale vuol dire magia ed è il Vermentino dell’anno dopo, frutto di una maturazione in vasche d’acciaio sulle fecce nobili», precisa Massimo Ruggero. Elegante e intenso, ha un bouquet tropicale e speziato, bocca sapida e bilanciata.

Maìa

Bèru, la prova della longevità del Vermentino

A chiudere la triade c’è il Vermentino di Gallura Superiore Docg Bèru, ovvero nobile, superiore in lingua etrusca. «È il culmine della nostra volontà di sperimentare e della battaglia aziendale contro la comune classificazione del Vermentino come vino stagionale, dalla durata limitata. Al contrario, si tratta di un vitigno ricco di sfaccettature, capace di adattarsi a molteplici lavorazioni pur mantenendo le sue caratteristiche organolettiche». Bèru prevede un élevage in barrique completo: fermentazione alcolica in piccoli fusti di rovere francese, poi 8 mesi in barrique nuove di Allier. «Il concetto di longevità per noi è centrale: già da diversi anni la Gallura ha dato conferma di come il Vermentino sia un vino da invecchiamento, che non ha nulla da temere al confronto con un grande Chardonnay. Non a caso l’annata attualmente sul mercato del Maìa è la 2017, mentre per il Bèru è la 2015».

Bèru

Premi nazionali e internazionali per Maìa e Bèru

La critica ha premiato Siddùra con numerosi riconoscimenti. «Il Maìa ha conquistato la golden medal di WOW – The Italian Wine Competition, i 3 bicchieri del Gambero Rosso e la doppia corona Vinibuoni d’Italia del Touring. Mentre il Berù è l’unico Vermentino nella storia del concorso britannico ad essersi aggiudicato la medaglia di platino con 97/100 al Decanter World Wine Awards».

Questo articolo è tratto da su Civiltà del bere 5/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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