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La mozzarella? Tutta in carrozza

30 Luglio 2019 Marianna Corte
La mozzarella? Tutta in carrozza

La specialità napoletana racchiude il delicato formaggio tra due fette di pane in cassetta. Ma bisogna fare attenzione perché la mozzarella in carrozza non si disfi durante la frittura. Da provare insieme a un calice di bollicine brut rosé altoatesine.

“Conoscere tutte queste specialità, non è facile. Corre la fama da tempo di alcune di esse fra il popolo, ma sono una quantità trascurabile rispetto alla grande massa di cui è ricco il nostro Paese”. Così si legge nella prefazione firmata da Arturo Marescalchi alla Guida Gastronomica d’Italia edita dal Touring Club Italiano del 1931. Ed è già in questa pubblicazione, che raccoglie le ricette di tutte le regioni italiane, che si trova citata, in Campania, la mozzarella in carrozza. “Pietanza famosissima di stretta specialità napoletana”, si legge in dettaglio. La preparazione è descritta in “fette di mollica di pane a ciascuna delle quali è intercalata una fetta di mozzarella fresca; infarinate e passate in uova sbattute, sono fritte in strutto bollente e servite caldissime”. Una preparazione tipica, dunque, che a buon diritto può essere annoverata tra i classici della gastronomia nazionale, quando per classico si intende un piatto che trovi conferma, o almeno citazione, in un testo.

Ottima con lo spumante rosé

«Le caratteristiche che servono al vino per poter idealmente contrastare questa preparazione possono essere ricercate nella presenza di una bella acidità e di una buona persistenza. Tradizionalmente in Campania si utilizzano vitigni a bacca bianca come possono essere Asprinio o Falanghina. Per un abbinamento coerente, ma originale, ho preferito spostarmi al Nord e cercare in un Metodo Classico il calice perfetto». Una scelta che ha trovato in Alto Adige la referenza giusta con l’Athesis Brut Rosé di Kettmeir prodotto con il 100% di Pinot nero e successivamente affinato sui lieviti per circa 18 mesi.

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