L’azienda Marco Carpineti di Cori (Latina) si è fatta conoscere per le sue interessanti interpretazioni del poco conosciuto Nero Buono, la cui diffusione è concentrata nel comune di Cori e sulle pendici dei Castelli Romani.
«La storia del borgo ha da sempre stimolato la nostra attività», spiega Marco Carpineti. «Da quando sono nato, i miei genitori prima e i colleghi poi mi hanno sempre raccontato delle gioie e dei dolori che il nostro Nero Buono di Cori può dare». Dal grappolo compatto, con acini pruinosi blu-violacei, è molto sensibile alla peronospora; in alcuni anni produce molto a detrimento della qualità; teme l’umidità ed è facilmente attaccabile dalla muffa grigia. «Ma se ben lavorata e ben esposta, è uva di grande personalità, capace di generare vini dalle intense sfumature balsamiche, di tabacco e liquirizia».
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Vinificato in rosso e come spumante Extra Brut
È una cultivar eclettica. Carpineti la impiega in blend, ma soprattutto la vinifica in purezza, ottenendo il personale e speziato Apolide, che affina per ben 24 mesi in fusti di rovere da 300 litri, e l’originale Kius Extra Brut, un Metodo Classico che riposa sur lies per 36 mesi. «Ci sembra che i nostri sogni sul Nero Buono di Cori, inteso come espressione unica del terroir, si stiano avverando: i clienti sono molto contenti e ciò ci spinge a migliorare sempre più».
Nella foto: Marco Carpineti con il figlio Paolo
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