Oggi Satèn e Pas Dosé sono i prodotti su cui punta questa giovane e dinamica realtà, ma non mancano nuovi progetti in cantina. Ce li racconta Pierangelo Bonomi, tecnico spumantistico con trent’anni di esperienza in Franciacorta: una figura determinante per la nascita di Corteaura.
L’azienda vinicola Corteaura è nata poco meno di dieci anni fa per iniziativa di Federico Fossati e di sua madre Federica Massagrande, lui commercialista ma con il desiderio di avventurarsi nel mondo del vino, e lei imprenditrice immobiliare fino ad allora rigorosamente astemia. Grazie all’incontro con Pierangelo Bonomi, madre e figlio hanno scelto di produrre vino in Franciacorta e non in altre zone vinicole altrettanto prestigiose in giro per l’Italia, precedentemente visitate.
Sette tipologie dal Brut al Rosé, eleganti e longeve
La prima uscita in commercio delle bollicine Corteaura avviene nel 2014. Attualmente la gamma comprende sette tipologie di Franciacorta Docg: Brut, Satèn (anche millesimato), Pas Dosé (anche il millesimato Insé), Demi-sec e Rosé. In tutto poco più di 100 mila bottiglie, un terzo delle quali destinate all’esportazione. Vini che esprimono il carattere del territorio, estremamente eleganti e prodotti con una metodologia che tende a preservarli nel tempo. Li abbiamo degustati qui.
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Due nuovi Franciacorta riposano in Cantina
Nel segno di una continua ricerca, l’azienda della famiglia Fossati si affida all’intuizione, oltre che alla capacità e all’esperienza di Pierangelo Bonomi, per valutare nuove tipologie da aggiungere all’offerta attuale. «Al momento la nostra azione primaria è quella di consolidare il marchio, specie attraverso i Satèn e i Pas Dosé», ci spiega Bonomi. «Abbiamo ad affinare in cantina però anche diversi tagli che potremmo utilizzare in seguito per altre etichette. Si tratta di un Blanc de Noir da uve Pinot nero vinificate in bianco e un Extra Brut Riserva con 60 mesi sui lieviti. Saranno poi gli assaggi e l’evoluzione del prodotto a darci il via libera per la loro commercializzazione, anche se prevedo non prima di due anni».
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Riconoscibilità stilistica nel rispetto della tradizione
Altro punto fermo di Corteaura è la riconoscibilità stilistica. Bonomi non è d’accordo con chi cerca di fare cose diverse allo scopo di farsi conoscere. «A mio avviso si sta perdendo d’occhio la tradizionalità, che è poi quella che le grandi maison di Champagne inseguono. Occorre perciò il rispetto del metodo e della tradizione spumantistica, altrimenti creiamo solo confusione nel consumatore».
Nella foto di apertura: Federico Fossati nelle vigne di Corteaura