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40 e 30, la Caparzo dà i numeri

2 Novembre 2010 Emanuele Pellucci
In un colpo solo la Caparzo di Montalcino ha festeggiato nei giorni scorsi tre eventi: i 40 anni delle prime bottiglie di Brunello sul mercato, gli oltre 30 anni del primo cru (Brunello La Casa) e la conferma della longevità del bianco Le Grance. Una ghiotta occasione per i numerosi giornalisti convenuti a Caparzo, in quello che negli anni è diventato un piccolo borgo circondato dai vigneti ai piedi della collina di Montalcino. Caparzo è stata tra le prime aziende a partecipare al rinnovamento della vitivinicoltura montalcinese all’inizio degli anni Settanta ed oggi è una realtà con oltre 80 ettari di vigneto distribuiti in cinque diverse zone del territorio: La Casa, La Caduta, Il Cassero, San Piero Caselle e i vigneti originari di Caparzo. Un  notevole sviluppo dell’azienda impresso da Elisabetta Gnudi Angelini, che l’acquistò nel 1998, ed è grazie a lei che Caparzo ha assunto le dimensioni attuali dopo aver rinnovato anche i vignetie costruito una bellissima cantina di vinificazione e invecchiamento. Ai giornalisti è stata proposta una doppia degustazione verticale: quella del bianco Le Grance (Chardonnay 70%, Sauvignon blanc 20% e Traminer 10%) e del Brunello di Montalcino cru La Casa. Quattro vini per ciascuna tipologia: per il bianco le annate 2007, 2002, 1996 e 1993; più vecchie, invece, quelle del Brunello, 1997, 1993, 1985 e 1979. Le prime annate commercializzate dei due vini sono state, rispettivamente, il 1985 e il 1977. Le più belle sorprese della degustazione sono venute dal bianco, «un vino», ha sottolineato Elisabetta Gnudi Angelini, «creato per dimostrare che anche in Toscana si possono fare ottimi bianchi che reggono l’invecchiamento». In effetti, le cose migliori sono venute proprio dalle annate più vecchie, in particolare il 1993, un vino straordinario per freschezza di profumi, elegante, non troppo boisé e in grado ancora di andare avanti altri anni. Interessanti anche alcuni Brunello (anche in questo caso il più apprezzato è stato il 1993, ma bene ha retto anche il 1979), ma qui la sorpresa è stata minore essendo il cru La Casa un vino ben noto agli esperti. 

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