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Bocuse d’Or 2018, l’Italia ci riprova con Martino Ruggieri

21 Giugno 2018 Maria Cristina Beretta

Sì, è vero, nel podio della sessione europea del Bocuse d’Or 2018 (una delle più prestigiose kermesse d’alta cucina) conclusasi da poco, l’Italia non c’era. La classifica è stata resa nota qualche giorno fa. Il Nord Europa - con Norvegia, Svezia e Danimarca - si è preso i tre riconoscimenti più importanti: rispettivamente oro, argento e bronzo. La competizione però continua si è conclusa. La finalissima sarà a Lione in gennaio e in quell’occasione l’Italia si ripresenterà, dato che in queste semifinali europee si è classificata entro i primi dieci. Sarà un’altra possibilità per il concorrente tricolore, Martino Ruggieri, nativo di Martina Franca (Taranto). Lo chef lavora a Parigi, al Pavillon-Ledoyen. E dovrà adoperarsi con maggior incisività per riuscire a entrare nella rosa dei premiati.

Lo staff dei tifosi

Al Lingotto di Torino che ha ospitato l’11 e il 12 giugno i concorrenti, Martino ha avuto comunque un sostegno prezioso: quello dei suoi colleghi ristoratori. I piemontesi in primis, visto la relativa vicinanza con Torino. L'hanno appoggiato chef come Pasquale Laera ( Boscareto Resort), Michelangelo Mammoliti (La Madernassa), Gabriele Boffa (Relais Sant’Uffizio) oppure i fratelli Costardi (Cinzia). Ma anche da altre regioni relativamente vicine, come Paolo Griffa (Grand Hotel Royal e Golf) dalla Valle d’Aosta e Roberta Zulian (Il Chiostro di Andrea) dalla Lombardia, o un pochino più lontano come Cristoforo Trapani (La Magnolia) dalla Toscana.

   

Puglia e Piemonte per sostenere l’Italia

C’era anche la Puglia a dar man forte alla competizione. Insieme al Piemonte, la regione ha creato una sinergia di azioni per ospitare Martino per gli allenamenti. Il "training" si è svolto nell’arco di due mesi, nella scuola di cucina del Castello di Roddi (Cuneo), futura sede della neonata sezione italiana dell’Accademia del Bocuse d’Or. A due giorni dalla competizione la regione Puglia ha coinvolto uno staff di produttori venuti a presentare i loro prodotti ad Alba, all’Ente Fiera del Tartufo.

L'Italia spera nella neonata Accademia del Bocuse d'Or

Gli stessi prodotti sono stati utilizzati per cene e manifestazioni che hanno anticipato l’evento del concorso, come il pranzo al Castello di Roddi a cui abbiamo preso parte. In cui, a parte l’ottimo olio extravergine, sono state utilizzare alcune produzioni di nicchia quali le anguille di Lesina, le cozze pelose, il capocollo di Martina Franca, le cipolle di Margherita di Savoia, le carote di Polignano. I tifosi di Martino, e in genere la ristorazione italiana, ripongono molte speranze in questa neonata Accademia, che negli altri Paesi europei è attiva da diversi anni e che allena appositamente i concorrenti per i concorsi ben più di due mesi.

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