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Selvatico e robusto Lambrusco viadanese

2 Dicembre 2018 Roger Sesto

Il Lambrusco Mantovano Doc ammette diversi biotipi di Lambrusco nell’uvaggio. Ma il più identitario di tutti è senza dubbio il Lambrusco viadanese.

Tradizionale del territorio, dall’intensa colorazione, ha nel suo Dna un’accentuata componente selvatica, ancor più evidente rispetto agli altri Lambrusco. Questo porta a vini dai sentori di ribes rossi, fragoline e viola mammola. Un patrimonio terpenico che si traduce al gusto in sensazioni piacevolmente amaricanti, che chiudono su note mandorlate, nel quadro di una lunga, fresca, sapida persistenza.

 

Grappoli di Lambrusco viadanese

 

L’originale interpretazione di Lebovitz

Il Rosso dei Concari dell’azienda Lebovitz di Governolo di Roncoferraro (Mantova) è la punta di diamante di questa realtà mantovana, che racchiude in sé la piena identitarietà di questo frizzante della terra dei Gonzaga. Si ottiene dalle migliori uve di Lambrusco viadanese (50%), Maestri e Marani. Le uve vengono sottoposte a un periodo di criomacerazione a -5 °C e a un successivo processo di lenta fermentazione. Il tutto per esaltarne il gusto polposo, secco, intenso e calibratamente acido, e per concentrarne il bouquet, all’insegna di note fruttate di ciliegia e floreali di viola mammola. Pur ottimo bevuto nell’annata, le sue caratteristiche di robustezza, anche alcolica, lo rendono adatto a un moderato invecchiamento.

 

Davide Lebovitz

 

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