di Pedro Parra
Come geologo, consulente per il terroir, viaggiatore senza sosta tra i due emisferi, mi si pongono sovente domande riguardanti la correlazione tra la qualità dei vini e la natura dei suoli. La gente facilmente riconosce nel calcare il terreno migliore per raggiungere grandi risultati. Sono state regioni come la Borgogna, Barolo, la Rioja a portarci verso questa osservazione. Altre formazioni rocciose, come lo scisto o il granito, sono solo un gradino al di sotto, ma sempre in prima linea se parliamo di alta qualità. Per quanto mi riguarda, dopo 16 anni di ricerche, queste sono in effetti le tre migliori formazioni-madre, in termini geologici. Quindi se ci poniamo la stessa domanda sui terroir vulcanici e sui prodotti da questi ottenuti, forse possiamo classificare al quarto posto il vulcano in ordine di riscontro qualitativo nei vini?Un punto di vista internazionale
La discussione è aperta, e mi è capitato sovente negli ultimi due anni di partecipare a convegni sui vini “vulcanici”. Io sono cileno, per questo ho passato molti anni della mia carriera lavorativa come consulente sui suoli magmatici, ai piedi delle Ande. Questo dato biografico naturalmente ha influenzato il mio punto di vista e so bene quanto possa essere complicato un terroir di questo tipo. Ma negli ultimi tre anni ho avuto la fortuna di poter lavorare sull’Etna, in Maremma, in Oregon e Sonoma, tutte aree di origine magmatica. E queste esperienze mi hanno aperto nuove prospettive sul tema.Perché parliamo di vino magmatico
Per parlare di questi vini è molto importante, innanzitutto, capire che cosa significa suolo vulcanico. E quindi, che cos’è una roccia d’origine vulcanica. Secondo Wikipedia, si tratta di una roccia formata dal magma eruttato da un vulcano. Ovviamente, il discorso è molto più complicato. Come esperto di terroir, in ogni luogo il mio sguardo si rivolge a quei parametri che influenzano il vino, come il drenaggio, l’acqua, la fertilità, la mineralità, la presenza di rocce, la loro frattura, capacità di ritenzione idrica, ecc. Sono tutti fattori fondamentali per allevare grandi vigne che siano in grado di sviluppare radici, a loro volta capaci di infilarsi nelle fratture di roccia, fino a trovare nutrienti completi e acqua a sufficienza.Suoli che cambiano da ettaro a ettaro
È piuttosto difficile generalizzare quanto siano validi o meno i terroir vulcanici. È anche molto complicato comparare terreni di origine vulcanica in Paesi diversi. Sono comunque molto complessi, se li paragoniamo al granito e al calcare. Perché?- I suoli vulcanici presentano spesso una famiglia di argille di scarsa qualità;
- In molti casi sono costituiti di argille pesanti o limose, con scarsa micro porosità, che alla fine serve affinché si possano sviluppare le radici;
- Hanno la tendenza a presentare una grande micro variabilità, che significa che si passa da uno splendido terreno di pietra fino a un’argilla dura e povera anche nell’arco di un metro. L’ho definita bipolarità, difficile in molti casi da affrontare, perché i vini spaziano dalla nota minerale (fine) a quella vegetale (volgare). Ciò significa che, più di ogni altro, un simile tipo di suolo necessita di misurazioni precise. Nella mia esperienza, generalmente, i terroir vulcanici cambiano enormemente ogni 0,2 ettari.