Ubicati a 450 metri di altitudine, esposti a sud-ovest, vecchi mediamente di 30 anni, allevati a Guyot e a cordone speronato, i vigneti dell’azienda di Monte San Pietro di Francesco Lambertini generano uve capaci di tradursi in vini sostanziosi ma equilibrati, espressivi del loro terroir. Etichette che dimostrano quanto il pedoclima, più che il vitigno, influenzi il risultato finale. Infatti i vini di punta della casa, Bonzarone e Rocca di Bonacciara, pur ottenuti rispettivamente da Cabernet Sauvignon e Merlot, quanto a stile e carattere sono distanti mille miglia
dai vini di Bordeaux, per essere emiliani sino al midollo. Professor Lambertini, ci parli del suo vino più importante, il Colli Bolognesi Cabernet Sauvignon Bonzarone. «Uno dei segreti della sua longevità è l’uva ricca di estratti e polifenoli, che riusciamo ad avere grazie a due passaggi prima della vendemmia per diradare tralci e grappoli, e a una raccolta al giusto punto di maturazione del frutto. Anche nel corso della vinificazione, con un’accorta macerazione, facciamo in modo di estrarre tutto il patrimonioaromatico e polifenolico presente nella buccia. Dopo la malolattica, segue un affinamento in barrique di 12 mesi e 1 anno di maturazione in bottiglia. Questo è tutto!». Quali sono le annate conservate più interessanti? «Per il Bonzarone senz’altro l’equilibratissimo 2001, oltretutto distintosi per un grande successo di critica. Un vino che ha mantenuto nel tempo una buona struttura, con aromi intensi e complessi di cassis, confettura di prugne, pepe bianco e ginepro, dalla setosa e morbida trama tannica, corroborata da una bella spina sapida. Ma vorrei anche citare l’altra nostra etichetta di punta, il Rocca di Bonacciara, che ci ha dato ottime soddisfazioni nell’annata 2003, un millesimo “bollente” che avrebbe potuto far pensare a un vino pronto subito e non troppo longevo; viceversa gli assaggi nel tempo hanno rivelato una buona tenuta e una progressiva evoluzione in bottiglia».