In Italia

In Italia

2006-2011. Prima verticale di Coevo Cecchi

8 Ottobre 2015 Anna Rainoldi

"Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante di separazione tra passato e futuro". Le parole di Sant'Agostino in etichetta descrivono un vino al di là del tempo: Coevo, appunto. Per la prima volta, però, questo supertuscan si racconta attraverso la sua storia, vendemmia dopo vendemmia. I fratelli Andrea e Cesare Cecchi, quarta generazione alla guida dell'omonima Cantina toscana, hanno presentato a Milano la prima verticale del loro rosso di punta.. Cinque annate di Coevo, le uniche uscite finora - 2006, 2007, 2009, 2010, 2011, tutte Toscana Igt - per saggiare l'evoluzione di questo progetto ambizioso, un punto di svolta per l'azienda.

Quattro vitigni per sfidare il tempo

L'intento di questo supertuscan, nato nel 2004 come idea e nel 2006 in cantina, è raccontare con una cifra stilistica senza età il carattere unico di ogni annata. In questo senso, ogni Coevo è figlio del suo tempo: il blend dei quattro vitigni di cui si compone - Sangiovese dal vigneto Solare e Cabernet Sauvignon dai filari de La Gavina, entrambi a Castellina in Chianti (Siena), Merlot e Petit Verdot da Poggio la Lepre in Maremma - si bilancia ogni anno in base all'andamento climatico, al grado di maturazione, alla tenuta delle uve. La qualità è imprescindibile: Coevo è prodotto solo nelle annate migliori (saltate la 2008, 2012 e 2014). Ogni varietà è vinificata e parzialmente affinata a sé; l'assemblaggio avviene dopo 1 anno in legno, e prosegue la maturazione per altri 6 mesi. È altrettanto chiara, però, la ricerca di uno stile classico, dove l'eleganza è la chiave di volta e la freschezza una nota costante.

Coevo in verticale: 2006, 2007, 2009, 2010, 2011

Insieme a Cesare Cecchi, Andrea Cecchi e Leonardo Raspini (rispettivamente presidente, amministratore delegato e direttore generale dell'azienda) ha condotto la degustazione tecnica Alessandro Tomberli, sommelier dell'Enoteca Pinchiorri e miglior sommelier italiano BIWA 2014, evidenziando gli elementi chiave di ogni annata. Si parte da Coevo 2006 (Sangiovese 50%, Cabernet Sauvignon 10%, Petit Verdot 20%, Merlot 20%), fra i favoriti degli ospiti chiamati a degustare: le note aromatiche sembrano più evolute al naso, mentre in bocca il vino conserva un tannino avvolgente tipico dell'annata, partita asciutta, che in Maremma (Merlot e Petit Verdot) ha regalato uve di grande concentrazione. Coevo 2007 (Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 10%, Petit Verdot 15%, Merlot 15%) risulta più vegetale, meno incisivo, ma conserva intatta l'eleganza. Coevo 2009 (Sangiovese 50%, Cabernet Sauvignon 10%, Petit Verdot 30%, Merlot 10%), il più discusso, frutto di un'annata calda che da agosto ha accelerato la maturazione e innalzato il contenuto zuccherino delle uve; all'assaggio, si rileva una ruvidità più accentuata in bocca. Il Petit Verdot, che risente meno della temperatura, qui svolge un ruolo di primo piano. Le uve di Coevo 2010 (Sangiovese 60%, Cabernet Sauvignon 10%, Petit Verdot 20%, Merlot 10%), invece, hanno visto una maturazione lenta e graduale, perfetta; l'esito è austero e di spessore, dal finale piacevole: è un vino dal potenziale indiscusso. Infine Coevo 2011 (Sangiovese 50%, Cabernet Sauvignon 20%, Petit Verdot 10%, Merlot 20%), vera star della degustazione: frutto di una vendemmia "facile", nel calice spicca per speziatura, spessore (dato dal Merlot) e complessità aromatica. Tomberli lo definisce "elegante e sfrontato".

Cena stellare a firma Valeria Piccini

Dopo la degustazione tecnica, Coevo è messo alla prova anche a tavola. Lo spazio Mari&Có di Milano - ambiente industriale tra opere d'arte - ospita nelle sue ampie cucine Valeria Piccini, chef due stelle Michelin del ristorante Da Caino di Montemerano (Grosseto). Dopo l'aperitivo a passaggio a cura di Mari&Có (deliziosi il fritto di animelle e zucca e porcini), con lo Champagne Collard-Picard importato da Cecchi, la cena toscana placé torna ad abbinarsi al supertuscan: ogni commensale ha le cinque annate di Coevo a disposizione. La maestria di Valeria Piccini brilla in tre portate: crema di porri e lumache, tortelli di cacio e pere con salsa di barbe rosse, guancia e sedano rapa; infine il buffet di piccola pasticceria, accompagnato da Champagne Collard-Picard Rosé.

In Italia

Il Cepparello di Isole e Olena e le sue nuove frontiere

Nove annate, dalla 2005 alla 2022, delineano il percorso che il rinomato […]

Leggi tutto

L’impegno della Sardegna per le sue vigne a piede franco

Un lavoro corale, promosso dall’agenzia Laore con la collaborazione dell’Università di Sassari, […]

Leggi tutto

Vini “sommersi”? Ma no: diversi

I prodotti che affinano sott’acqua sono sempre più di moda e originali. […]

Leggi tutto

Top Guide Vini 2025: l’unanimità solo sui classici e le altre peculiarità dei giudici

Quest’anno la vetta della nostra superclassifica, che somma i risultati delle maggiori […]

Leggi tutto

Il Trebbiano d’Abruzzo sta voltando pagina

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (10): la Val di Cembra – seconda puntata

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

L’Antica Bottega del Vino apre a Cortina in occasione dello Olimpiadi

Lo storico locale veronese, di proprietà di 10 Famiglie Storiche, sarà la […]

Leggi tutto

Tenuta San Guido e CNR: un accordo per la tutela del Viale dei Cipressi di Bolgheri

Un programma quinquennale monitorerà la salute degli alberi, reintegrando quelli compromessi con […]

Leggi tutto

Simply the best 2025, i protagonisti della settima edizione

Il 10 marzo il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati