Ed ecco il secondo giorno dei Decanter World Wine Awards. Sarà che alla fine, nella noia della ripetizione, ci colpisce la diversità, ma tra i 100 vini degustati ieri mi sono appuntato due vitigni autoctoni minori, entrambi campani: Casavecchia e Pallagrello nero, entrambi Terre del Volturno Igt. Sul secondo non ho convinto la giuria, che lo trovava troppo caro (fascia 15.00-29.88 sterline) per la sua semplicità, ma sul Casavecchia c'è stato unanime consenso e ha conquistato la medaglia d'oro, riconoscimento raro. Ne abbiamo assegnate 3 in tutta la giornata. Presto scopriremo da chi è prodotto: assaggiamo tutto alla cieca e a metà maggio Decanter svelerà i nomi.
I BIANCHI DI CAMPANIA E SICILIA - Tra i bianchi Igtcampani, si è salvata qualche fruttata Falanghina del Beneventano, mentre tra i siciliani di varietà inusuali come Pinot grigio (un paio discreti ma la varietà non dà evidentemente il meglio di sé al sud), Vermentino e Fiano, un argento è stato conferito inaspettatamente a un Vermentino, che echeggiava elegantemente lo stile della Sardegna (del sud).
CONVINCE IL PRIMITIVO DI MANDURIA - Tralascerei ogni commento sui rosati siciliani (un paio da lavandino, non si capisce con che coraggio le aziende mandino certi campioni ai concorsi), e tornerei sul Primitivo, che nella versione Manduria Doc, pur nella sua potenza congenita, ha ottenuto generali consensi: su 13 campioni 8 secondo me meritavano una segnalazione o una medaglia. Ad uno di essi infatti è andato l'oro, un best buy nella fascia 8-14 sterline.
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