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Trent’anni del Tocco di Colle Bereto

24 Settembre 2013 Emanuele Pellucci
Per una famiglia fiorentina come quella di Lorenzo e Franca Pinzauti, legata al mondo della moda e degli accessori di lusso, ma da oltre trent’anni impegnata anche in quello della vitivinicoltura di qualità, il vino di punta non poteva che chiamarsi Tocco. Come tocco di classe, of course. LA VERTICALE DI TOCCO - E sempre con un tocco di classe i coniugi Pinzauti hanno voluto festeggiare i primi trent’anni di questo vino, oltre alla vendemmia 2013, con una bella serata nella loro azienda di Colle Bereto, sulle alte colline di Radda in Chianti, cuore storico del Chianti Classico, circondati da tanti amici del vino e della moda. A loro, Franca e Lorenzo hanno offerto un programma che mescolava vino, alta cucina e spettacolo. Dopo la rituale visita in cantina, infatti, l’enologo Nicolò d’Afflitto, da vent’anni consulente dell’azienda, ha guidato per i giornalisti una miniverticale del Tocco: 1983, 1990, 1997, 2007 e 2012. UN MERLOT EX SANGIOVESE - L’aspetto curioso di questo vino, o meglio di questa etichetta, al di là dall’alta qualità del prodotto, è che dall’essere all’origine un Sangiovese in purezza è poi diventato un Merlot 100%. Molta impressione ha destato proprio il Tocco 1983, con ancora un bel colore rosso, una buona struttura nonostante i suoi trent’anni, e bei profumi. Ottimo anche il 1997 (qui era già presente un 10% di uve Merlot), così come le ultime annate in degustazione. VERSO UN NUOVO VINO - Il Tocco (Igt Colli della Toscana Centrale) è il vino di punta di Colle Bereto, nei cui vigneti (16 ettari) si produce anche quello che è stato il primo vino Pinot nero, Cenno, nato sulle colline chiantigiane. Mentre intanto è partito il progetto per produrre un nuovo vino, che dovrà essere di grande qualità a detta della signora Franca, il vero motore dell’azienda, su 2 ettari di superficie piantata su vigneti terrazzati recuperati alla vecchia maniera. I FESTEGGIAMENTI - Al termine della degustazione e dopo l’aperitivo a bordo piscina, tutti a deliziarsi della “cena della vendemmia” preparata da Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri. A seguire i tradizionali fuochi d’artificio che illuminavano il magnifico scenario chiantigiano, per finire poi con la piacevole musica del Paddy Sherlock Quartet.

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