Termine francese che significa mazzo di fiori, ma che nel linguaggio enoico viene anche usato come metafora per definire la complessità delle sensazioni olfattive che si provano annusando un vino. In realtà, a voler essere rigorosi, sarebbe sbagliato considerarlo un sinonimo, sia pur brillante, di profumo: con la parola bouquet si dovrebbero indicare unicamente quegli aromi che oggi sono detti terziari, quelli cioè che il vino sviluppa in fase post-fermentativa, durante la maturazione e l’affinamento, e sarebbe quindi inadatto per definire le percezioni olfattive generate dai vini giovani. Sono scrupoli comunque superati,che appartengono al passato: oggi il termine è piuttosto in disuso. Resta però legato al ricordo di una delle più ciniche battute con cui fu commentato a suo tempo lo scandalo del metanolo: «Il profumo del vino? Per i ricchi è bouquet, per i poveri è Odore». Odore era il nome di uno dei protagonisti di quella sofisticazione praticata su vini di bassissimo costo che si era tramutata in tragedia.
