Sono in molti a sostenere che dopo le disavventure di quest’anno, che hanno gettato più di un’ombra sulla sua immagine, il vino italiano abbia bisogno di qualche operazione di marketing perché torni a soffiargli il vento in poppa. Ne avrebbe bisogno comunque, anche senza il calo di consensi provocato dalle vicissitudini degli ultimi mesi, semplicemente perché i cicli del successo sono scanditi da momenti di pausa. Quello attuale indubbiamente lo è, e basta un niente per trasformare la pausa in riflusso. Ma che cos’è esattamente il marketing, che in questi casi sembra essere la panacèa che guarisce tutti i mali? Il dizionario, dopo aver informato che si tratta di una parola inglese ormai adottata anche dalla lingua italiana, spiega che è il complesso delle tecniche intese a porre merci e servizi a disposizione del consumatore e dell’utente nel tempo, luogo e modo più adatti. Se per riuscire nella vita bisogna far bene e farlo sapere, il marketing soddisfa nel modo più efficace la seconda esigenza. Il dramma è che in Italia si preferisce di solito saltare la prima.