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Marilisa Allegrini presidente delle Famiglie dell’Amarone

5 Aprile 2013 Elena Erlicher
Marilisa Allegrini è stata eletta presidente delle Famiglie dell'Amarone d'Arte, l'associazione che riunisce dodici storiche Cantine della Valpolicella (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant'Antonio, Tommasi, VenturiniZenato) che si adoperano per la difesa dell'identità del vino simbolo della loro terra. La produttrice subentra a Sandro Boscaini, patron di Masi. Lo ha deciso l'assemblea dei soci, che si è riunita il 3 aprile, e che ha nominato vicepresidenti Stefano Cesari (Brigaldara), già in carica, e Sabrina Tedeschi. I RISCHI DELLA MASSIFICAZIONE E UN TAVOLO DI CONFRONTO - Marilisa Allegrini, dopo i ringraziamenti di rito, ha evidenziato i rischi per l'Amarone derivanti dalla massificazione del prodotto che ne comprometterebbe il livello qualitativo. E ha subito proposto un tavolo di confronto con tutte le parti della filiera per agire di comune accordo e in difesa dell'Amarone. «L'auspicio è che il mio mandato, in continuità con il lavoro svolto dal mio predecessore Sandro Boscaini rafforzi e valorizzi il ruolo della nostra associazione», ha detto Marilisa Allegrini. «Accanto ai successi dell'Amarone, emergono anche alcune difficoltà e contraddizioni che non ci nascondiamo: fra esse il rischio che l'Amarone, da vino frutto di poderi d'alta vocazione collinare, conosca, a causa di una non credibile aspettativa di profitti più facili, una dannosa massificazione che ne comprometta i livelli qualitativi. Per difendere l'Amarone, occorre ridare fiato a un tavolo di confronto fra tutti gli attori della produzione, contando su di un clima di totale disponibilità, ma che abbia ben chiara l’urgenza di decisioni rapide e non ambigue». LE FAMIGLIE DELL'AMARONE LAVORANO IN QUESTO SENSO DAL 2009 - Sulla stessa linea di pensiero anche l'intervento del presidente uscente Sandro Boscaini: «Tutto sembra andar bene per l'Amarone, ma i produttori storici sono preoccupati: con l'aumento progressivo delle quantità c'è anche uno svilimento di prezzo e di posizionamento. Le Famiglie dell’Amarone se ne sono rese conto già nel 2009 quando si sono riunite per chiedere il rispetto del prodotto bandiera del Veneto e per dare l'allarme».

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