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Per un “commercio giusto” nasce il marchio Calabria Solidale

22 Marzo 2013 Jessica Bordoni
Fair trade, ovvero commercio “giusto”, nel segno del rispetto per l’ambiente e della legalità. Su queste basi nasce il progetto Calabria Solidale, che riunisce una ventina di aziende agroalimentari calabresi produttrici di vino, ma anche olio d’oliva e arance. La fondazione del gruppo risale a gennaio, ma la prima uscita ufficiale è dei giorni scorsi, in occasione della 10ª edizione di Fa’ la cosa giusta - Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, di scena dal 13 al 17 marzo a Milano. LEGALITÀ, SOLIDARIETÀ E TRASPARENZA - «Calabria Solidale nasce da un’idea di Stefano Magnoni, il fondatore della cooperativa di commercio equo e solidale Chico Mendes di Milano», ci spiega il suo collaboratore Giuseppe Trimarchi, tra gli organizzatori del nuovo marchio. «I tre principi alla base del progetto sono legalità e rispetto della natura e dell’uomo; solidarietà; e trasparenza.  Tutte le aziende aderenti, infatti, hanno in vigore contratti di lavoro regolari e produzioni che non inquinano ma anzi cooperano con l’ecosistema. In secondo luogo, i titolari collaborano tra loro per migliorare la qualità e abbassare i costi – quelli di trasporto ad esempio, ma anche di commercializzazione – e infine applicano la regola della trasparenza, che consente ai consumatori di conoscere il prezzo di partenza e finale della merce, saltando tutti gli intermediari e puntando su una filiera il più corta possibile». INUSO E TERRE GRECANICHE - Attualmente Calabria Solidale conta 20 aziende (ma l’obiettivo è quello di raggiungere la trentina entro la fine dell’anno); di cui sei sono Case vinicole, tutte in provincia di Reggio Calabria. Nel comune di Palizzi si trova Inuso, nata nei primi anni Duemila quando Antonino Inuso decise di cimentarsi nella produzione di un vino rosso Igt Palizzi. L’etichetta più rappresentativa è Alma Rossa, da Nerello Mascalese, Calabrese e una piccola percentuale di Insolia coltivate secondo i principi biologici. Sempre a Palizzi  sorge la cooperativa Terre Grecaniche, che ha aperto i battenti da pochi mesi e già ad aprile sarà in grado di mettere in commercio il suo primo vino, frutto della vendemmia 2012. Si chiamerà Aranghia, in omaggio al territorio dell’Aspromonte, all’altezza del promontorio di Capo Spartivento, dove crescono le vigne. ALTOMONTE, TENUTA D’ALBO, STELITANO E VOZZO - Sempre a Palizzi si trova l’azienda familiare Altomonte, capitanata da un altro Antonino, che nel 2001 ha rinnovato i suoi impianti, recuperando anche alcune viti selvatiche mediante innesti provenienti da “viti madri” secolari della zona. A Bianco incontriamo, invece, Tenuta d’Albo, della famiglia Alafaci che da oltre trent’anni si occupa della produzione di vino e oggi ha in gamma bottiglie Doc Greco di Bianco. Stessa denominazione al centro del lavoro della azienda Francesco Stelitano a Casignana, incantevole scorcio di costa jonica. Il patron è considerato uno dei pionieri nella commercializzazione del Greco di Bianco in versione passito. Il viaggio alla scoperta delle Cantine di Calabria Solidale si conclude a Caulonia, con l’agricola Vozzo. Fondata nel 1972 da Ciccio Vozzo, oggi è gestita dai figli Vincenzo e Teresa che portano avanti il progetto paterno innovando nel pieno rispetto dell’antico spirito contadino. Gli ettari complessivi sono 25, tutti a biologico dal 1998. Vi si allevano il Calabrese nero e il Gaglioppo, i cui ceppi autoctoni hanno dato origine al rosso Castrum Vetus, portabandiera aziendale. Per maggiori informazioni sul progetto www.calabriasolidale.it.

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