Nuovi orizzonti per la menzione protetta Château. I produttori californiani chiedono di poter utilizzare la denominazione anche in etichetta, dopo il “periodo di prova” triennale concordato nel marzo 2006 fra Usa e Ue. Ma l’Europa, prima di rispondere, invita il mondo del vino a fare chiarezza sul versante terminologico.
SE NE PARLA A BORDEAUX - L’uso del termine Château in senso vinicolo fu inventato a Bordeaux, ed è qui che il commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos ha recentemente invitato i professionisti del settore ad accordarsi sul significato delle menzioni tradizionali (Château, ma anche clos, sur lie, eccetera). L’obiettivo è ottenere un’analisi d’insieme di tutti i termini in questione, con definizioni complete ed esaustive che possano orientare il confronto con i Paesi extraeuropei.
USO ESTESO, MA TUTELA GARANTITA - È il primo passo per capire se e a quali condizioni l’uso delle menzioni protette possa estendersi ad altri contesti. Garantendo, ovviamente, la tutela delle denominazioni “originali” nei nuovi mercati. In Francia “Château” identifica un vino prodotto con uve provenienti esclusivamente da un’azienda inclusa nella denominazione, non la sede più o meno prestigiosa di una Cantina (può trattarsi anche di un edificio molto modesto). La sfida di oggi sarà definire coerentemente la menzione, indicando i casi in cui potrà essere usata in Europa e nel mondo. Rispettando un significato preciso, anche le tenute californiane potranno un giorno avvalersi della denominazione Château.