In Italia

In Italia

Lageder: il credo biodinamico

15 Marzo 2010 Roger Sesto
Alois Lageder è tra i personaggi più carismatici della nostra viticoltura. Legato al suo territorio, si distingue oggi per la produzione di etichette di grandissima personalità nel segno dell’agricoltura biodinamica, tanto da indurlo ad affermare: «Questa tecnica colturale è parte integrante di una filosofia imprenditoriale ispirata a un approccio olistico, il praticarla è parte integrante di un vignaiolo di qualità; al tempo stesso è una scelta che produrrà in futuro risultati economici migliori rispetto alla viticoltura convenzionale». Nel 2007 Lageder ha completato la conversione al biodinamico di tutti e 50 i suoi ettari vitati e dal 2009 ha immesso sul mercato i primi vini da uve biodinamiche certificate. Pensando alla longevità, Alois non ha dubbi nell’orientarsi verso i bianchi e in particolare verso lo Chardonnay Löwengang, forse il più significativo della sua produzione: «Dell’annata 1985, la seconda di questo vino, si innamorò Heinz Winkler, chef del tristellato Tantris di Monaco di Baviera, e lo inserì come prima etichetta dell’Alto Adige nella sua prestigiosa lista, aprendo ai nostri vini le porte della ristorazione teutonica più qualificata». Esiste una ricetta alla base della longevità? «Basse rese, viti vecchie, uve raccolte ben mature, fermentazione e affinamento in barrique che non hanno superato il terzo passaggio, lunga permanenza sui lieviti. Tutto ciò rende il Löwengang fresco nel tempo, mentre via via perde le note di rovere». Ma perché per lei è così importante la longevità in un vino? «Ne accresce il valore affettivo», chiosa Lageder, «e poi un vino maturo si abbina meglio, è più armonico e con un’identità più definita». Ci descrive alcuni millesimi di caratura superiore? «Potrei citare il Löwengang 1996, dal naso ricco e ancora in evoluzione, di matrice borgognona, con note di burro, vaniglia, frutti esotici maturi e mandorle, dal gusto fresco e armonico. La composta eleganza del 1999. L’irruenza dell’ancor giovane 2001, con un legno non del tutto domato. La massiccia e quasi tannica struttura del 2003. La didattica classicità del 2004. L’agrumata, confettata, giovanile eleganza del 2006».

In Italia

Il Cepparello di Isole e Olena e le sue nuove frontiere

Nove annate, dalla 2005 alla 2022, delineano il percorso che il rinomato […]

Leggi tutto

L’impegno della Sardegna per le sue vigne a piede franco

Un lavoro corale, promosso dall’agenzia Laore con la collaborazione dell’Università di Sassari, […]

Leggi tutto

Vini “sommersi”? Ma no: diversi

I prodotti che affinano sott’acqua sono sempre più di moda e originali. […]

Leggi tutto

Top Guide Vini 2025: l’unanimità solo sui classici e le altre peculiarità dei giudici

Quest’anno la vetta della nostra superclassifica, che somma i risultati delle maggiori […]

Leggi tutto

Il Trebbiano d’Abruzzo sta voltando pagina

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (10): la Val di Cembra – seconda puntata

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

L’Antica Bottega del Vino apre a Cortina in occasione dello Olimpiadi

Lo storico locale veronese, di proprietà di 10 Famiglie Storiche, sarà la […]

Leggi tutto

Tenuta San Guido e CNR: un accordo per la tutela del Viale dei Cipressi di Bolgheri

Un programma quinquennale monitorerà la salute degli alberi, reintegrando quelli compromessi con […]

Leggi tutto

Simply the best 2025, i protagonisti della settima edizione

Il 10 marzo il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati