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Chi ci importa di più? (VIII): primato italiano in Russia

31 Ottobre 2012 Luigi Pelliccia
Ecco l'ottavo e ultimo degli appuntamenti della serie Chi ci importa di più?. Dopo l’analisi dei mercati vinicoli di Stati Uniti, Germania e Regno Unito, Canada, Cina e Giappone, il nostro viaggio si conclude in Russia. I dati sono quelli del Dipartimento del commercio Usa, che non coincidono con quelli Istat ma ci permettono di avere dei riscontri omogenei tra le nazioni confrontando le “quote” in valore delle importazioni nell’arco del triennio 2009-2011. POLE POSITION ITALIANA - In Russia l’Italia è leader e nel 2011 ha raggiunto il 28,9%, con un salto di oltre 10 punti rispetto al 18,8% del 2009. L’Italia ha sorpassato la Francia, che nel 2009 rappresentava il 20,2% e nel 2011 si è fermata al 23,3%. Segue in terza posizione la Spagna, in crescita, che nel 2011 ha raggiunto il 14,5%. Gli altri concorrenti si pongono a grande distanza. Le importazioni di prodotti alcolici sul mercato russo sono state caratterizzate nel tempo da grande volatilità. Non a caso l’export italiano su questo mercato ha registrato una forte contrazione nei primi mesi del 2012, per problemi di contrassegni e licenze. Per cui, insieme alle dinamiche espansive, qui sarà importante curare in modo speciale la stabilizzazione delle quote e la fidelizzazione del consumatore. SUL TRIENNIO 2009-11 - Analizzando i dati nel dettaglio, la performance in valore del vino italiano in Russia si attesta a 81.819.522 euro nel 2009, che crescono a 154.118.604 euro nel 2010 fino ai 199.482.842 euro nel 2011. Le quote di mercato, espresse in percentuali passano dal 18,8 nel 2009 al 25,6 nel 2010 fino al al 28,9 nel 2011. La variazione complessiva nel corso dei tre anni è pari al 143,8%.

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