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Chi ci importa di più? Un focus sui 7 maggiori mercati

22 Ottobre 2012 Luigi Pelliccia
L’ Italia è il primo esportatore di vino nel mondo. L’anno scorso, con 24,9 milioni di ettolitri, il Paese ha coperto il 23,5% delle esportazioni mondiali, superando la Spagna (21,5%) e la Francia (13,6%). Gli altri concorrenti si sono posti tutti largamente al di sotto. Il passo mantenuto nel 2011 dall’export nazionale di vino è stato soddisfacente. In quantità, il progresso sull’anno precedente è stato pari al +9,2%, mentre il valore ha raggiunto i 4,5 miliardi, con una crescita del +12%. Ma i progressi a livello globale non bastano a monitorare le dinamiche e le classifiche del vino italiano. Conoscere le variazioni percentuali dell’export è fondamentale, ma non è sufficiente a capire la posizione competitiva del Paese sui vari mercati, quando è questa che conta, in definitiva. LE QUOTE IN VALORE NEI 7 MERCATI PRINCIPALI - Si è provveduto perciò a invertire l’ottica e a elaborare le “quote” in valore del vino importato in sette grandi mercati, sull’arco del triennio 2009-2011. Ci si è serviti, con eccezione della Russia, dei numeri del Dipartimento del commercio Usa, che non coincidono con quelli Istat, ma consentono almeno di avere dei confronti omogenei. I dati elaborati permettono perciò di tracciare alcune prime valutazioni. GLI STATI UNITI IN POLE POSITION - Innanzitutto emerge come nel 2011 gli Usa siano diventati il principale importatore di vino del mondo. Con un passo espansivo del +8,1% sull’anno precedente, gli States hanno toccato la quota complessiva di 3.462 milioni di vino importato. Va sottolineato che gli Usa hanno raggiunto questo primato solo l’anno scorso, sorpassando di giustezza il Regno Unito (3.439 milioni di euro). Fino al 2010, infatti, il paese di oltre Manica aveva conservato il vertice assoluto tra gli importatori mondiali. Gli altri mercati seguono a distanza: la Germania è al terzo posto nel 2011 di 2.338 milioni di euro, e il Canada al quarto, con 1.374 milioni. La Cina è dall’anno scorso il quinto importatore, inanellando tassi annuali di crescita vistosi che, a medio termine, potrebbero portarla a guadagnare la quarta posizione. NEI PROSSIMI GIORNI ON LINE - Domani saranno pubblicati i dati sulle performance del vino italiano negli Usa per il triennio 2009-2011 Nei giorni successivi, i focus si concentreranno sulla Germania, il Regno Unito, il Canada, la Cina, il Giappone e la Russia.

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