UN VIGNETO DI 85 ETTARI IN PIU' APPEZZAMENTI PER SFRUTTARE LE CARATTERISTICHE DI ESPOSIZIONE. L'ARRIVO DI GUIDALBERTO PER SCOMMETTERE CON IL MERLOT E LE DIFESE, BLEND DI SANGIOVESE E CABERNET
Per i marchesi Incisa della Rocchetta non sono mai esistite le mezze misure. Hanno sempre puntato al massimo, prima con i cavalli da corsa, poi con il vino. Ribot e Sassicaia, i gioielli di famiglia. Il primo, purosangue della scuderia Dormello-Olgiata di Federico Tesio e Mario Incisa, nel biennio 1955-56 vinse 16 gran premi (per due volte il celebre Arc de Triomphe di Parigi) ritirandosi imbattuto; il secondo, progenitore della squadra di Bolgheri e uno dei vertici dell’enologia italiana. Anche il Sassicaia, come per altre situazioni createsi a Bolgheri, nacque quasi per caso, sebbene Mario Incisa avesse ben presente l’idea di produrre un grande rosso che tenesse testa ai suoi prediletti Bordeaux. Per farlo aveva piantato viti di Cabernet Sauvignon in un appezzamento che a suo avviso aveva le caratteristiche pedologiche delle Graves della Gironda.
NASCE IL MITO: SASSICAIA - Per anni, questo vino rimase dominio strettamente privato. Solo più tardi, il marchese si accorse che invecchiando migliorava considerevolmente, e fu in quel momento (era il 1965) che decise di piantare altri due vigneti in posizione più elevata. Con l’annata 1968 il Sassicaia uscì sul mercato con un’accoglienza degna di un premier cru. Un contributo importante al miglioramento qualitativo arrivò anche dalla consulenza di Giacomo Tachis, enologo degli Antinori, con i quali gli Incisa erano imparentati. Alla morte del marchese Mario (1983), Tenuta San Guido è passata al figlio Nicolò, che accanto all’attività vitivinicola continua ancora oggi quella dell’allevamento dei purosangue.
LA TENUTA - L’azienda ha una superficie a vigneto di 85 ettari divisi in più appezzamenti per sfruttare le caratteristiche di esposizione e di composizione dei terreni. Ottime anche le condizioni climatiche, influenzate dal mare e dalle colline a protezione dei venti. I vigneti, in massima parte coltivati a Cabernet Sauvignon e in misura minore a Cabernet Franc, Merlot e Sangiovese, sono allevati a cordone speronato con basse rese. Nella nuova cantina il Sassicaia matura per circa 24 mesi in barrique di rovere francese, cui segue l’affinamento in bottiglia per altri 6 mesi. La produzione è di circa 200 mila bottiglie all’anno.
GUIDALBERTO E LE DIFESE - Nel Duemila il marchese Nicolò è uscito sui mercati con un secondo vino dedicandolo al quadrisnonno Guidalberto della Gherardesca. «La nascita del Guidalberto», dice, «ha alle spalle due motivi: la volontà di cimentarsi con un’uva da noi mai utilizzata, il Merlot, e il desiderio di offrire al consumatore un vino che possa essere apprezzato più giovane rispetto al veterano Sassicaia». Oltre al Merlot, il suo uvaggio comprende il Cabernet Sauvignon. L’azienda produce una terza etichetta, Le Difese, giovane e morbido, estremamente piacevole e bevibile fin dai primi mesi di affinamento in vetro, ottenuto dal blend Sangiovese-Cabernet Sauvignon.