In Italia

In Italia

Faraone: bianchi sottili che amano la lentezza

23 Luglio 2012 Roger Sesto
Annate storiche di vini mitici (16): Umbria e Abruzzo Questa realtà a conduzione familiare di Colleranesco di Giulianova (Teramo), comincia la sua attività nel 1916, anche se solo negli anni Trenta avviene l’impianto delle prime vigne: Montepulciano, Sangiovese e Passerina. «Inizialmente mio padre Alfonso produceva e vendeva vino sfuso; è nel 1970 che cominciamo a imbottigliare Montepulciano d’Abruzzo e poi le altre tipologie», ci racconta il patron Giovanni Faraone. «Nel 2000 abbiamo comprato un podere sulle vicine colline di Mosciano. Oggi la tenuta è proprietaria di 9 ettari, per una produzione di 50.000 bottiglie». PUNTARE SUI BIANCHI - «Curiosamente abbiamo da subito deciso di puntare più sui bianchi, che consideriamo nostri vini di riferimento» ricorda Giovanni Faraone. «Nel 1971 registrammo all’Albo della Doc Trebbiano d’Abruzzo la nostra vigna principale; che poi scoprimmo essere un vigneto di Passerina, che in quegli anni nemmeno era conosciuta! È una varietà che tende a essere produttiva, ma se la pianta viene allevata così da avere una resa sugli 80 quintali di uva per ettaro, le sue bacche possono generare un vino dalle peculiarità assai interessanti, con un ph naturalmente basso e un’ottima tenuta nel tempo. Fra l’altro ritardando i tempi di uscita, il vino ne guadagna in complessità e persistenza». LE VIGNE DI FARAONE: ANNATE STORICHE - Conclude Faraone: «Questi Trebbiano, che noi chiamiamo Le Vigne di Faraone, sono vini che traggono beneficio da un processo di maturazione tutto naturale; lasciandoli riposare a lungo sui loro lieviti, non forzandoli con ossessivi batonnage, ma facendo loro svolgere un lento affinamento, acquistano in complessità e capacità di evolvere. Anche negli anni del boom dei vini rossi, il nostro pallino sono sempre stati i bianchi, tanto è vero che sin dal 1995 abbiamo cominciato a conservare un numero importante di bottiglie de Le Vigne di Faraone, così da organizzare verticali e riassaggiare annate emozionanti quali: 1995, 1997, 1999, 2001, 2005, 2009. Una curiosità: questo vino maturando dà la sensazione di essere stato fermentato e affinato in legno, ma è solo la sua naturale terziarizzazione, perché la vinificazione avviene in acciaio e gran parte dell’affinamento in vetro; di elevazione in botte, nemmeno l’ombra!».

In Italia

Eclettica e identitaria, la Valpolicella (e non solo) secondo Zymé

All’Enoluogo, la casa di Civiltà del bere, l’illuminante incontro con Celestino Gaspari […]

Leggi tutto

Top Guide Vini 2025: l’unanimità solo sui classici e le altre peculiarità dei giudici

Quest’anno la vetta della nostra superclassifica, che somma i risultati delle maggiori […]

Leggi tutto

Il Cepparello di Isole e Olena e le sue nuove frontiere

Nove annate, dalla 2005 alla 2022, delineano il percorso che il rinomato […]

Leggi tutto

L’impegno della Sardegna per le sue vigne a piede franco

Un lavoro corale, promosso dall’agenzia Laore con la collaborazione dell’Università di Sassari, […]

Leggi tutto

Vini “sommersi”? Ma no: diversi

I prodotti che affinano sott’acqua sono sempre più di moda e originali. […]

Leggi tutto

Il Trebbiano d’Abruzzo sta voltando pagina

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (10): la Val di Cembra – seconda puntata

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

L’Antica Bottega del Vino apre a Cortina in occasione dello Olimpiadi

Lo storico locale veronese, di proprietà di 10 Famiglie Storiche, sarà la […]

Leggi tutto

Tenuta San Guido e CNR: un accordo per la tutela del Viale dei Cipressi di Bolgheri

Un programma quinquennale monitorerà la salute degli alberi, reintegrando quelli compromessi con […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati