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Speciale Piemonte: Travaglini, una bottiglia unica simbolo del Gattinara

12 Luglio 2012 Civiltà del bere
Da I report di Civiltà del bere: Piemonte Se c’è un simbolo del Gattinara è certamente l’azienda Travaglini. Nata nel 1958 per volere di Giancarlo Travaglini, è oggi nelle mani della figlia Cinzia che la conduce con passione insieme al marito Massimo, direttore di produzione, affiancato dall’enologo Sergio Molino, nel rispetto delle tradizioni ma anche nella costante ricerca della qualità. Una strada cominciata in salita, ai tempi in cui la Spanna, così veniva chiamata l’uva Nebbiolo nella regione di Gattinara, non godeva di grande reputazione. Fu proprio Giancarlo, partendo dalle vigne del nonno e del padre a rivoluzionare il mondo del Gattinara introducendo la coltivazione a guyot, selezionando gli appezzamenti più vocati e soprattutto iniziando un difficile sforzo di acquisizione dei terreni migliori. UN GATTINARA UNICO - Uomo di grandi sogni ma anche di idee concrete, disegnò quella bottiglia “unica” nel 1958, registrandone il marchio, che è tutt’ora simbolo dell’azienda. Una storia curiosa, quella di questa Cantina, diventata famosa prima all’estero che in Italia, con record di esportazione pari al 90% della produzione. Oggi possiede 61 dei 100 ettari della denominazione (Docg dal 1990) e continua la missione di miglioramento della qualità del Gattinara, affiancandola all’impegno di far conoscere sempre meglio questo vino anche in Italia. I risultati ci sono e la quota di mercato interno è salita al 40%. Il successo del Gattinara sta nella sua unicità - lo si capisce dalle parole appassionate che Cinzia Travaglini spende per raccontare il “suo” territorio. La vicinanza del Monte Rosa influenza sia il microclima sia la composizione del terreno che ricorda proprio quello delle Alpi: molto granito, porfido, ferro. Ecco i segreti di quella mineralità che conferisce eleganza e finezza. La totale assenza di nebbia contribuisce a ottenere frutti sani che a loro volta regalano complessità e profumi. IL TRE VIGNE E IL SOGNO - Giocano a favore di questo grande vino sia la progressiva evoluzione del gusto che tende a lasciarsi alle spalle la fissazione per i vini eccessivi, a favore di classe e pulizia, sia la politica aziendale di contenimento dei prezzi. Basti pensare al Tre Vigne, un Gattinara affinato per tre anni in botti di rovere di Slavonia (solo un 20% passa in piccole botti) e uno in bottiglia. Si tratta di un vino ottenuto da uve Nebbiolo provenienti da tre vigneti storici particolarmente vocati e molto diversi fra loro, assemblate in fase di fermentazione. Il risultato è di grande finezza e brilla per la complessità dei profumi. Da ricordare anche il Sogno, letteralmente nato da un sogno del padre Giancarlo, che ne avviò la produzione nel 2004; è un vino raro (circa 2.300 bottiglie l’anno), ottenuto dall’appassimento sui graticci delle uve Nebbiolo per almeno 100 giorni e affinato per quattro anni in botti di rovere.

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