Solidarietà alle persone e alle aziende colpite dal sisma in Emilia, crescita dell’export a fronte del calo dei consumi nel mercato domestico, qualche preoccupazione per i ritardi nell’avvio della ripresa economica ma anche un deciso basta agli attacchi indiscriminati al settore. Sono questi i principali temi che il presidente Lamberto Vallarino Gancia ha toccato aprendo a Roma i lavori dell’assemblea annuale di Federvini. «Il comparto», ha detto, «costituisce un valore strategico per il prodotto made in Italy, che come tale deve essere tutelato e non additato di costituire una minaccia e un costo per il nostro sistema sociale».
PERCENTUALI IN AUMENTO - Nonostante la difficile congiuntura internazionale, le variazioni in percentuale rispetto all’anno precedente sono positive: «I vini e i mosti registrano un incremento del 12%, i liquori del 13,7% e le acquaviti chiudono il 2011 con una percentuale del +13% e anche gli aceti mostrano valori apprezzabili con un incremento pari all’8,1% in valore e al 9,4% in quantità». Oggi l’obiettivo indicato da Federvini è di «consolidare le nostre posizioni, di crescere nel valore medio delle nostre esportazioni e ve ne è spazio sia per le caratteristiche intrinseche ed uniche dei prodotti, sia per la qualità delle nostre produzioni, sia per il valore della nostra immagine».
I PAESI DELL'EXPORT - Tra i Paesi maggiormente attenti ai vini e mosti made in Italy si confermano la Germania (7 milioni di ettolitri) e il Regno Unito (3 milioni), mentre in ambito extra UE le esportazioni si sono concentrate soprattutto verso gli Stati Uniti (+36% in valore) con gli spumanti, e in Cina con vini e mosti che hanno raggiunto una quota di export pari a 66 milioni di Euro. Nonostante gli eventi drammatici del 2011, il Giappone ha registrato un +17% nelle importazioni di vini, mosti e spumanti.
IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI -Federvini conscia del ruolo di servizio e di supporto, che le strutture di promozione possono svolgere per le aziende chiede l’immediata operatività della nuova Agenzia per la Promozione all’Estero, nata dall’Istituto per il Commercio con l’Estero e auspica una definitiva ragionevole soluzione, per Buonitalia. C’è la necessità da parte degli operatori di avere certezze che il proprio Paese, con l’attività di Governo, “ li sostiene, li rappresenta, li difende di fronte ai tantissimi ostacoli tecnici, fiscali, doganali, che incidono sulle correnti di esportazione”. Infatti in diversi Paesi esteri (Russia, Brasile, India, Cina, ecc.) normative penalizzanti e misure protezionistiche stanno ostacolando i flussi dei nostri prodotti danneggiando le aziende esportatrici. Sullo sfondo si avverte la sensazione che nonostante tutto il settore vitivinicolo non sia ancora considerato come una vera e propria attività economica nazionale, che interviene in maniera identica su tutto il territorio nazionale e deve essere accompagnata tanto sul mercato interno quanto all’esportazione. «Vorremmo vedere le istituzioni più attente alle esigenze delle imprese» ha concluso Gancia, «che intendono accedere ai mercati esteri. È arrivato il momento di scommettere seriamente sul made in Italy, visto il peso indiscusso che ha nell’economia nazionale, soprattutto, considerando l’impulso che può determinare sullo sviluppo».