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Oiv: nel 2011 il consumo mondiale di vino segna +0,7%

13 Aprile 2012 Monica Sommacampagna
Picco negativo per i consumi di vino tra il 2009 e il 2010 ma i cambiamenti nelle abitudini segnalano aria di ripresa per i principali Paesi produttori che nel 2011 hanno riattivato le esportazioni verso Cina e Stati Uniti, facendo registrare un incremento nei consumi di +1,15 e +0,9 milioni di ettolitri sul 2010. I CONSUMI TRA CRISI E CRESCITA - Sono gli ultimi dati rilasciati dall'Oiv (l’Organisation internationale de la Vigne et du Vin) che ha annunciato una crescita di 1,7 milioni (+0,7%) di ettolitri rispetto al 2010 per un consumo mondiale che nel 2011 ha raggiunto quota 241,9 milioni di ettolitri. La situazione è a macchia di leopardo a causa della lentezza della ripresa economica generale e dei diversi contesti: se in Italia i consumi hanno visto un calo non incoraggiante del -6,3%, il fenomeno è meno vistoso per Gran Bretagna (-0,4%), Spagna (-0,2%) e Portogallo (-0,15%). Crescita del +0,9%, invece, per gli Stati Uniti, secondo mercato mondiale per volumi; da tener d'occhio c’è la Cina, che continua a progredire registrando +1,15 milioni di ettolitri rispetto al 2010. PRODUZIONE: BENE L'UE MA NON L'ITALIA - Per quanto riguarda la produzione, lieve incremento nell'UE, che è passata da 156,4 milioni di ettolitri nel 2010 ai 156,9 del 2011. La diminuzione più evidente riguarda l'Italia che ha perso 7 milioni di ettolitri rispetto al 2010 (-14,3%) mentre la Francia registra una crescita di 3,9 milioni di ettolitri (+8,6%). E mentre in America la produzione scende del 10,3%, si notano performance positive per il Cile, con il record di 10,6 milioni di ettolitri, e del Brasile, che da 2,5 milioni di ettolitri del 2010 passa a quota 3,5. In calo l'Australia, mentre la produzione neozelandese balza da 0,45 a 2,35 milioni di ettolitri. TAGLI ALLE SUPERFICI VITATE - Il tutto nel contesto di una riduzione su scala mondiale delle superfici vitate decretate dall'Ocm-Vino che per l'UE significa meno 90mila ettari per arrivare a una superficie complessiva di 3,530 milioni di ettari. I Paesi maggiormente interessati sono Spagna (28.000 ettari), Italia (9.000), Francia (6.000), Ungheria (meno di 2.000) e Portogallo (meno di 1.000).

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